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Attualità | 07 aprile 2011, 09:08

L'Ostello fantasma? Qualcuno ci aveva provato. Ma...

Le rivelazioni di di due giovani savonesi che avevano trovato una soluzione per salvare l’ostello sul Priamar. Non se n’è fatto niente e ora anche la struttura della Conca verde rischia di fare la stessa fine

L'Ostello fantasma? Qualcuno ci aveva provato. Ma...

In odor di campagna elettorale, a Savona c’è sempre qualcuno che cade dal pero. È il caso dell’ostello fantasma allestito sulla fortezza del Priamar di cui, in questi giorni, si è tornato a parlare, denunciandone un disuso che si protrae da ormai sette anni, nonostante su internet la struttura risulti apertissima e siano ben disponibili i contatti per le prenotazioni.

A sentire Giampiero Aschiero, presidente della Terza commissione consiliare e consigliere comunale uscente del Pd, tutta colpa di un’infiltrazione imprevedibile, che ne ha allagato i locali rendendoli inadatti alle nuove norme di abitabilità. Da quel che emerge, insomma, la città ha dimenticato quel suo piccolo gioiellino architettonico che, guarda caso, viene buono poco prima delle elezioni.

Non è proprio così. In realtà, qualcuno una soluzione l’avrebbe anche trovata.

Si tratta di due giovani neo laureate, Ilaria Badino e Milena Lo Giudice, che, grazie alla collaborazione con l’associazione Naturfreunde – che gestisce ostelli dal Piemonte alla Val d’Aosta – erano riuscite ad assicurare alla struttura un budget di 50 mila euro, che avrebbe perlomeno permesso di sfruttare l’ostello nel periodo estivo, quando in riviera imperversa il turismo, anche dall’estero. La proposta risale a inizio 2011, non al paleolitico.

In realtà, già l’Univesità di Legino, in tempi non sospetti, aveva offerto il doppio della cifra, per poter utilizzare le camere come alloggio per i propri studenti, prima che il campus si dotasse dei posti letto di cui attualmente dispone. Perchè non si è mai mosso niente?

Le ragazze raccontano a Savonanews che, rimbalzate da Aschiero a Pesce (l’ingegnere che si era occupato della ristrutturazione, temporanea), la risposta più concreta che hanno incontrato, oltre all’evidente rammarico, è che per il riutilizzo della struttura sono necessari 200 mila euro. Che il Comune non ha e, se questo è l’andazzo, non avrà a breve. Quando si dice che l’importante è il pensiero.

Non finisce qui.

Che utilità ha rivangare la vicenda? I finanziamenti sembrano destinati all’altro ostello, quello della Conca Verde, a Villa de’ Franceschini. Una struttura gigantesca che, a detta degli intenditori e dell’assesore ai quartieri Lirosi, non riuscirebbe mai ad auto-alimentarsi, perchè i costi per la sua gestione e i consumi supererebbero anche nella migliore delle ipotesi le entrate.

Sembra proprio che, anche per la prossima campagna elettorale, avremo un ostello per cui cadere dal pero.

Francesca Astengo

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