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Attualità | 28 aprile 2011, 19:08

Lettera aperta delle RSU del Liceo G. Bruno di Albenga in risposta alle recenti accuse mosse dal premier agli insegnanti

Gli attacchi alla scuola pubblica da parte del governo e del presidente del Consiglio sono ormai all'ordine del giorno. Sarebbe auspicabile che altrettanta visibilità potessero avere la scuola e il corpo docente, purtroppo, invece, persino lo sciopero dei viaggi di istruzione che ha ottenuto l'adesione 35-40% delle scuole - successo inaudito - viene sottaciuto. Insieme ai colleghi che mi hanno incoraggiata a scrivere questa lettera, spero vogliate dare voce alla nostra protesta, perché non sembri che la scuola pubblica viva nell'indifferenza il sistematico smantellamento da parte del governo del comune bene dell'istruzione

Lettera aperta delle RSU del Liceo G. Bruno di Albenga in risposta alle recenti accuse mosse dal premier agli insegnanti

 

"Cattedre Rosse"

La non notizia è che il premier, in occasione di una riunione a Padova dell' Associazione nazionale delle mamme, ha attaccato la scuola e la sinistra, non meglio definita.

Una non notizia, perché attacchi di questo tipo si sprecano e, da copione, la buona ministra Gelmini, non ha avvertito alcun bisogno di ribattere. Perché, a noi è chiaro, forse a lei non altrettanto, la dolce mammina biancovestita si sente molto più mascotte della squadra forza-liberista, che non capitana della magmatica realtà del suo ministero. E quindi lustra gioiosa i galloni a biscioni d'oro e con la punta della scarpa – e un po' di ribrezzo - allontana da sé l'oggetto non identificato della scuola.

Ma torniamo alla non notizia e già che tale è la sua natura prendiamoci la libertà di analizzarla con scrupolo. La sentenza è sentenziosamente lapidaria e si articola in due proposizioni: 1) i genitori devono scegliere liberamente quale educazione dare ai propri figli; 2) ”per sottrarli (i figli) a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”.

I genitori devono scegliere liberamente quale educazione dare ai propri figli. Parole sante. Ma in concreto una famiglia laica di Albenga che volesse mandare il figlio al Liceo delle Scienze umane gestito dalla scuola pubblica, con un liceo a due passi che da anni invoca questo indirizzo, si troverebbe nell'inspiegabile caso di dover scegliere o la scuola privata, a pagamento e gestita da religiosi o una scuola a
parecchi chilometri di distanza. Parrebbe che il diritto di mandare i figli dove si vuole sia prerogativa di cattolici benestanti...

Ma prendiamo un altro caso. Dai dati delle pre-iscrizioni, il Liceo Giordano Bruno dovrebbe accogliere per l'anno scolastico 2011-2012 circa 40 allievi dell'indirizzo Classico. Basterebbe formare due prime classi. Ebbene no. L'emanazione regionale del Ministero dell'Istruzione, l'Ufficio Scolastico Regionale, ha invitato il preside a “distrarre” (sic!) almeno una decina di aspiranti classicisti convincendoli a fare
altro, che so il Linguistico o lo Scientifico. E se la distrazione non funzionasse, affari loro, che sono testardi. Se ne andranno a Savona oppure verseranno il doveroso tributo alla scuola privata (e religiosa).

Alla faccia del diritto allo studio!

Ma veniamo alla seconda parte della sentenza. I genitori devono scegliere dove mandare i figli “ per sottrarli (i figli) a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”. Intanto è abbastanza chiaro che per il premier non esistono famiglie di sinistra. I cittadini di
quella parte politica nascono sotto i cavoli o li porta la cicogna. Ma lasciamo andare.

Appare evidente che il capo del governo non nutre alcuna fiducia nei rampolli dei suoi elettori, giudicandoli talmente dissennati da farsi plagiare dal primo insegnante di sinistra (tenuto anche conto del fatto che ogni consiglio di classe è formato da almeno sei o sette docenti, ben difficilmente tutti ugualmente schierati).

Oppure ritiene i sinistrorsi dialetticamente superdotati, così come una volta si diceva dei gesuiti (ricordate la storiella del fedele che rivolgendosi a un gesuita domandava:”Padre, è vero che i gesuiti rispondono sempre a una domanda con un'altra domanda?”.E il padre di rimando:”E chi lo dice?”), anche se è ben curioso che una diceria da gesuiti sia transitata sui comunisti... Ma andiamo alla terza ipotesi, dunque o la gioventù d'Italia è cerebralmente inetta – a detta del
premier – o sono superdotati i rossovestiti (ma allora ben venga il comunismo che ci fa tutti geni!), oppure – orribile a dirsi – il sol dell'avvenir è così lucente da non far distogliere da sé occhi né cuore.

Insomma, come ci si gira la sinistra sembra il luogo della bellezza e dell'intelligenza.

Che orrore!



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