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Politica | 25 maggio 2011, 08:43

I concessionari degli stabilimenti balneari approdano oggi in Senato

La manifestazione di protesta a oltranza, iniziata ieri pomeriggio a Roma davanti a Palazzo Madama, ha così registrato un primo passo importante. Presenti nella Capitale molti titolari di Bagni savonesi e liguri. Ma la catergoria è così in crisi? (prossimamente su Savonanews.it)

I concessionari degli stabilimenti balneari approdano oggi in Senato

Continua la protesta dei concessionari dei Bagni marini italiani a Roma, iniziata ieri. Tra i manifestanti, tanti titolari degli esercizi liguri e savonesi.

Dalla delegazione del Comitato balneari Liguria commentano : “Oggi a mezzogiorno è stata convocata al Senato una rappresentanza dei concessionari di stabilimenti marini. Saranno presenti incaricati del ministero dell'Economia e dello staff tecnico del ministro Tremonti. La ‘marcia su Roma’ a staffetta, con sit-in a oltranza, continuerà fino a sabato, in cui per vari giorni i balneari, tra loro anche molti liguri e savonesi, si daranno il cambio nel presidio. Il tam-tam ha preso piede anche in rete, sul blog ligure www.comitatobalneariliguria.it  e sull’ormai noto Movimento balneare di Facebook. I balneari, con questa protesta, chiedono l’esonero in deroga” all’esecutivo, invitando ad una modifica al decreto sviluppo del Governo, che vorrebbe ridurre il diritto di superficie, annunciato in 90 anni, di nuovo a 20 – continuano i titolari delle concessioni demaniali - . Avvertiamo altresì la necessità di far capire che il turismo è un importante aspetto dell’economia locale, legato fortemente alla presenza dei balneari da sempre, imprese che creano ricchezza per il territorio e hanno bisogno in questo momento della comprensione e solidarietà sociale dei cittadini. Inquadrati nel pregiudizio che li vuole cementificatori e sfruttatori del bene pubblico, ora i concessionari dei Bagni marini vogliono infrangere questo preconcetto e soprattutto rendere consapevole l’opinione pubblica che dopo di loro si aprirà la strada a grosse multinazionali che avranno i permessi per costruire tutto ciò che vorranno”.

m. pi.

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