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| 11 agosto 2011, 08:52

Alassio: Melgrati scrive alla Principessa Liliana

Non si placano le polemiche per la rimozione della statua di Totò. Mentre politici e non fanno a gara per guadagnarsi un po' di visibilità insperata, Melgrati getta benzina sul fuoco rilanciando in rete anche una vignetta

Alassio: Melgrati scrive alla Principessa Liliana

Carissima Principessa Liliana,

sono Marco Melgrati, che Lei ha conosciuto come Sindaco di Alassio quando abbiamo insieme inaugurato il busto del Suo grandissimo Padre, il Principe Antonio de Curtis, in Arte Totò nella piazza a Lui dedicata.

Ho ancora vivo il ricordo degli splendidi momenti passati insieme, della Sua simpatia, eleganza e disponibilità, sicuramente ereditata dal Dna di Suo Padre, ma a cui Lei aggiunge il tocco femminile.

Le scrivo per scusarmi, a nome della stragrande maggioranza degli Alassini, dell’increscioso episodio che ha visto protagonista il “nostro”, si fa per dire, attuale Sindaco di Alassio, che con un bliz preceduto da una delibera di Giunta, ha cancellato dalla toponomastica cittadina il nome del Suo grande Padre, e abbattuto la statua a Lui dedicata.

Avrà già saputo a mezzo dei media nazionali di questo vergognoso episodio, che offende la sensibilità di tutti quelli che hanno potuto apprezzare la forza comunicativa, la capacità di rappresentare l’Italia e la Napoletanità in particolare, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti

La motivazione che ha addotto il Sindaco è stata che Totò non aveva particolari legami con Alassio; come se la figura di Totò non fosse così alta da essere patrimonio di tutta l’Italia, se non dell’umanità intera.

Non credo nemmeno che una minima parte di quel 36% di Alassini che hanno fatti sì che Avogadro, così si chiama il nuovo Sindaco di Alassio, condivida questa decisione di cattivissimo gusto, condita da un leghismo antimeridionale di retroguardia, come da Lui stesso dichiarato in Televisione, di un personaggio che della Lega Nord Padania non fa più parte da anni, che la Lega stessa ha rinnegato, e che il Segretario Nazionale ha definito “Lilli il vagabondo” per il suo pellegrinare ondivago ora da una parte ora dall’altra dell’arco costituzionale, a seconda dei Suoi interessi personali, approdato recentemente alla corte del Partito Democratico.

Il fatto poi che Totò avesse frequentato Alassio, come da Lei testimoniato, e come da fotografie emerse dagli archivi di famiglia di miei concittadini, è un motivo di più per celebrare la grandezza del Principe De Curtis ad Alassio.

Conforta il fatto che, non appena si è sparsa la notizia, Sindaci e Presidenti di Provincia di ogni parte d’Italia si siano offerti di ricevere la statua “estirpata” dalla Sua sede in Alassio, a testimonianza e a riprova, se mai ce ne fosse di bisogno, della fama e della popolarità del “principe della risata”.

Spero di averLa ancora mia ospite ad Alassio, e sapendo che in politica chi vince oggi domani può perdere, di poter riparare in futuro a questa onta e offesa grave nei Suoi confronti ma soprattutto nei confronti di uno dei più grandi personaggi dello spettacolo e del costume della storia d’Italia.

Con i miei più cordiali saluti.

Com. Marco Melgrati

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