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Politica | 18 marzo 2012, 09:33

Il PCL di Albenga contro la mafia e lo sfruttamento appoggia il corteo di Genova e i NoTav

Il PCL di Albenga contro la mafia e lo sfruttamento appoggia il corteo di Genova e i NoTav

Notizie allarmanti per la nostra Liguria arrivano dal dossier di Legambiente che conferma con dati definitivi tutto ciò che si è sempre temuto e che sta cominciando ad emergere.

La classe politica e il capitalismo ligure, votati al facile e rapido profitto, non solo smantellano ogni tassello dell’economia produttiva rimasta con migliaia di posti a rischio, delocalizzazioni, chiusure di fabbriche e disoccupazione altissima, ma stringe un ormai dilagante patto con il capitali di provenienza mafiosa per lucrare sul territorio soprattutto attraverso speculazioni edilizie che spesso vanno a sostituire, con cementificazioni senza regole, proprio quelle fabbriche dismesse.

E’ così che infatti la crisi economica rafforza corruzioni, speculazioni, riciclaggio, e patti mafiosi.

La Liguria si guadagna il primo posto tra le regioni del Nord per infrazioni accertate negli ultimi 5 anni: il 25,2% del totale nel Nord con una media di 33 reati ogni 100 kmq(la Lombardia che è seconda arriva a “solo” 6,7 su 100)! Le prime tre province del NordItalia per reati accertati sono proprio, in ordine, Imperia, Genova e Savona.

Tra i più recenti ed eclatanti casi, che non sono contati nelle stime di Legambiente, ci sono quello del Porto di Imperia e dell’imprenditore Caltagirone che vede interessate pezzi di istituzioni, imprenditoria e famiglie di organizzazioni mafiose e politici notabili (tra cui Scajola, l’eterno “ignaro in buonafede” che dopo il regalo a sua insaputa per l’appartamento ora si trova coinvolto, sicuramente per suo eccessivo “buon cuore”, in un ennesimo scandalo di corruzioni, abusi e collusioni con organizzazioni criminali); il caso Fameli di Loano e il caso Nucera che per anni e anni hanno goduto della cecità se non dell’accordo di giunte e amministrazioni di ogni colore e forma; arrivando poi ai casi scandalosi di scioglimento dei consigli comunali di Bordighera(2011) e Ventimiglia (2012).

Ancora più subdole ed infami sono le “riqualificazioni” delle zone industriali, in cui i posti di lavoro e la vita di famiglie oneste vengono sacrificate ad un profitto più rapido e imponente che nella più fortunata delle occasioni proviene dalla costruzione di nuovi palazzi che poi rimangono quasi del tutto vuoti, alberghi e residenze di lusso, con giri economici enormi e traffici di denaro ben poco limpidi ma che non dimenticano di passare in nessuna “tasca che conta”.

Tutto ovviamente si traduce in enormi profitti per pochi e generose tangenti per i più facoltosi; la popolazione, i lavoratori e i cittadini ben poco ottengono da queste manovre all’insegna della speculazione se non, in alcuni casi, la distruzione del loro territorio, la convivenza con ecomostri o addirittura la compromissione della propria salute (è il caso di citare la TirrenoPower? La Piattaforma Maersk? La speculazione sulle ex aree-Piaggio di Finale con un intervento di 220.000 metri cubi? Le discariche abusive o gestite per conto di “uomini d’onore”?).

Non sono bastate le alluvioni di quest’anno e le vittime che ci son state per vedere che la speculazione edilizia e l’abusivismo non solo stanno distruggendo il territorio e l’ambiente ma addirittura mettono a rischio la vita dei cittadini e dei lavoratori con costruzioni non a norma in zone a rischio sismico o esondazione? Eppure la nostra Liguria ha versato un bel tributo di sangue e disagi quest’anno proprio per questo.

Ma non basta, il Dio Profitto chiede che non ci si fermi se non per una preghierina che possa lavare la coscienza.    

L’allarme è lanciato anche dalle Commissioni Antimafia e dagli inquirenti che parlano di una forte presenza di locali della ‘Ndrangheta che regolano anche i rapporti “commerciali” con la Francia e di numerosi gruppi mafiosi di CosaNostra come quello guidato dai Madonia, che hanno stretto forti rapporti anche con l’imprenditoria “legale”, tutti abbracciati nel sacro fine della massimizzazione del profitto.

La lotta alla mafia, secondo il PCL, non può prescindere da una più radicale critica del sistema capitalistico italiano, vittima di una generale arretratezza che già venne denunciata da una mente tanto lungimirante come quella di Antonio Gramsci, che ritrova le cause di questa arretratezza e della formazione di organizzazioni mafiose nel processo di unificazione della borghesia liberale sabauda, in questi giorni tanto osannata e mitizzata.

La Mafia, la ‘Ndrangheta, la Camorra sono parti integranti del capitalismo italiano, non una sua malattia, e vanno a braccetto con capitale finanziario, imprenditoria del cemento e dello smaltimento dei rifiuti, politica, Stato e amministrazioni locali.

Solo il superamento di un’economia fondata sull’accumulazione senza freni e sulla massimizzazione del profitto come unico grande scopo potrà permettere di porre fine a tutto questo; solo eliminando lo sfruttamento dei lavoratori per mezzo dei rapporti di produzione capitalistici finalizzati al profitto privato di pochi si potrà fermare l’abuso sul popolo italiano; abuso e sfruttamento la cui legalità o illegalità dipende solo da una fittizia costruzione legislativa che può essere facilmente scavalcata, modificata, corrotta, prorogata e condonata a seconda degli interessi economici del momento.  

Per questo sfruttiamo l’occasione per dichiarare il nostro appoggio alle iniziative in corso in queste ore a Genova contro la Mafia e tutte le organizzazioni criminali, contro gli abusi e le speculazioni rammaricandoci di non poter essere tutti presenti a questa grande occasione. Riteniamo soprattutto di volerci complimentare e sostenere il movimento studentesco e l’Uds di Genova che è sceso in piazza con lo slogan “NoTav! NoMafia!” proprio perché quella grande opera sta diventando il monumento della regalia di denaro pubblico a organizzazioni mafiose e ai loro commensali.

Collusioni e infiltrazioni che son state già dimostrate dall’inchiesta “Minotauro” nelle zone del Piemonte e di Torino (con il commissariamento di Bardonecchia nel ’95 e l’identificazione 10 locali di ‘ndrangheta nella cintura Torinese pronte a buttarsi sugli appalti) e per non parlare del segnale d’allarme dato dalla dimostrazione di come queste lunghe mani del profitto indiscriminato, illegale e non, abbiano saputo sfruttare gli appalti per le linee Alta Velocità già esistenti altrove in Italia.

Un chiaro sintomo di presenza di grossi e ghiotti guadagni derivanti da appalti pubblici a fronte di lavori inefficienti, pericolosi, fondati su flussi di denaro illecito e sfruttamento del lavoro ai massimi livelli. Fa particolare impressione, invece, vedere al corteo rappresentanti di istituzioni, forze politiche e imprese che spesso vanno a braccetto con le speculazioni e con i casi di collusione con gli interessi mafiosi e criminali anche sul nostro territorio.

La lotta alla mafia, per come la consideriamo noi, è parte della lotta all’intero sistema capitalista e borghese con lo scopo di edificare una nuova società senza sfruttamento e che non sia schiava del profitto.

Com. Cristian Briozzo, Partito Comunista dei Lavoratori di Albenga

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