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Eventi | 20 marzo 2013, 11:24

“Ciclopedalata storica” Varazze-Alassio-Sanremo: soddisfatti gli organizzatori

Grande successo per la manifestazione svoltasi nel week-end

“Ciclopedalata storica” Varazze-Alassio-Sanremo: soddisfatti gli organizzatori

Cosa hanno in comune Varazze, Alassio e Sanremo? Certo: sono le perle della Riviera, sono le Città dove il turismo balneare raggiunge le vette più alte di gradimento e di eccellenza; ma da oggi in avanti le tre città sono gemellate nel nome del “bel ciclismo” essendo nata, sulle ali della leggenda, la “Classicissima d’Epoca”: pedalata storica sulle strade della Milano Sanremo.

L’iniziativa, voluta e organizzata grazie all’interessamento del varazzino Carlo Delfino (appassionato pedalatore e storico di ciclismo) e dell’alassino Renato Bellia col sostegno della Gesco di Alassio, è una manifestazione non agonistica riservata a biciclette antecedenti al 1930, manifestazione che si ripromette di ricordare i fasti e il mito della “belle epoque” ciclistica in Riviera. Iscritti una cinquantina di eroici (presenti anche 5 donne …) tutti in perfetta tenuta sportiva e con gli accessori in tema: borracce, lampade ad acetilene, gonfleur, puntapiedi, selle, ruote in legno. Il tutto ha avuto inizio a Varazze, sabato 16 marzo alle ore 9,00 nella centralissima piazza Beato Jacopo dove lo “Staff Tecnico” appositamente predisposto dagli organizzatori, coreograficamente coadiuvato da un gruppo di figuranti del “Corteo Storico di Santa Caterina da Siena”, hanno accolto e dato il primo benvenuto ai partecipanti e provveduto all’espletamento della parte burocratica: registrazione, consegna del “carnet di viaggio” e delucidazioni su residui dubbi tecnici.

A seguire, lo scrittore e poeta dialettale Mario Traversi (anche lui abbigliato in tema), ha curato con naturale maestria la presentazione di tutti i partecipanti, provenienti da varie regioni d’Italia e dalla vicina Francia, riservando la giusta attenzione a i meravigliosi storici velocipedi. Con l’occasione, sul palco, la bici è stata sottoposta al cerimoniale, ormai desueto ma ben noto, della “punzonatura”. Al termine della presentazione e dopo il saluto portato dal Sindaco della Città, Prof. Giovanni Delfino, il numeroso gruppo di “ciclisti”, accompagnatori e ospiti si è recato nell’accogliente giardino dell’Hotel Genovese Villa Elena, dove ad attenderli oltre a Marina, la figlia di Fausto Coppi, hanno trovato un ricco buffet di specialità liguri, gentilmente offerto dai proprietari, Signori Bruzzone, sempre felici di ospitare anche a pranzo le vecchie glorie del ciclismo e i partecipanti agli annuali eventi commemorativi.

Tra i campioni presenti: Ricciardi, Zaimbro e la ben nota figura di Imerio Massignan, scalatore anni “60, meglio noto come “l’Eroe del Gavia”. Dopo la foto di gruppo, fatta nel giardino dell’Hotel, tutti i presenti hanno seguito il Sindaco nell’adiacente passeggiata a mare, per rendere omaggio e porre una corona d’alloro al monumento che la comunità varazzina, su proposta di Emanuele Delfino “Lino”, e di Gerolamo Craviotto “Carbonin”, ha voluto erigere ed inaugurare nel 1997 a ricordo del “Campionissimo”. Proprio li, Fausto Coppi soleva sedersi per rilassarsi e meditare, con nelle orecchie lo sciacquio dell’infrangersi delle onde del mare di Varazze. Lui amava Varazze e i varazzini non fecero mai mancare il proprio affetto a Fausto. Affetto che si è concretizzato con il cippo realizzato dal duo artistico Spotorno-Regnasco e ristrutturato recentemente dagli Alpini della nostra città.

E poi …, tutti in sella e via alla volta di Alassio, prima tappa della due giorni ciclistica. La cronaca non è stata per nulla scarna e già dai “pesci vivi” si registrano le prime forature alle quali i “cicloeroi” devono porre rimedio assolutamente da soli, senza aiuto di nessuno. Qualcuno a Savona sbaglia strada e va a finire in via Stalingrado, davanti a Pittarello, allungando il percorso di un paio di chilometri. In testa però si scatena la bagarre con Cappelletto, Lino Ratto e Vettorato che fanno il diavolo a quattro e selezionano il gruppo su Bergeggi. Su Capo Noli ennesima foratura di Cionfoli che, esaurite le camere d’aria di scorta, deve amaramente salire sul “Bus-Scopa” che chiude la corsa. La sua avventura termina dopo appena una ventina di chilometri. Inutile dire che i concorrenti sono rimasti incantati dalle bellezze della nostra costa litoranea: l’isola di Bergeggi, Torre del Mare, il Malpasso … .

Ma molto più entusiasti sono stati del rifornimento a sorpresa predisposto dal macellaio di Finale, l’amico Beppe Valente, che ha affettato prosciutto cotto, crudo, coppa, pancetta e salame a volontà. Pochi chilometri avanti, un’altro rifornimento a Loano nella centralissima Piazza Italia dove al Bar Centrale fanno il caffè più buono della Liguria. A seguire, il dramma: Corvetti impatta con una transenna e cade escoriandosi, ma, “uomo dalle mille vite”, stoicamente non si ritira.

L’arrivo ad Alassio intorno alle 16 è un’apoteosi di colori e di folla. Dopo una doverosa doccia,  il gruppo assiste al momento culturale con la presentazione del libro di Andrea Bartali: “Gino Bartali, mio papà” e il gradito intervento dell’autore e di ospiti illustri, appartenenti al mondo delle due ruote. C’era anche Gianni Motta indimenticato vincitore del Giro d’Italia 1966. A seguire la “cena degli eroici” il tutto e sempre nei locali dell’Hotel Garden con la partecipazione di personalità e campioni del passato, tra cui Beppe Perletto, lo scatenato grimpeur di Dolcedo, corridore particolarmente amato dai ponentini per i suoi continui scatti in salita, alla ricerca di un’evasione che gli potesse permettere di anticipare i velocisti.

Premiazione e omaggi per tutti.

c.s.

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