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| 21 marzo 2013, 14:51

Savona, "Viale Pertini": l'ANPI contro l'ipotesi via Stalingrado

La motivazione: "Si cancellerebbe la memoria di una battaglia chiave per la libertà, non quella di Stalin"

L'odierna Via Stalingrado (Savona)

L'odierna Via Stalingrado (Savona)

Anche l'Associazione Nazionale Partigiani interviene nella discussione nata in questi giorni, dopo la proposta, lanciata dal PSI sulle pagine di Savonanews, di intitolare a Sandro Pertini un tratto dell'attuale via Stalingrado, a Savona.

Sì all'idea, no alla soluzione proposta: di seguito pubblichiamo la nota con le motivazioni.

 

Che l’assenza di una via dedicata a Sandro Pertini a Savona sia una mancanza grave non si scopre adesso: già da alcuni anni si avanzano all’amministrazione comunale, anche da parte dell’ANPI ma non solo, proposte in merito. La recente proposta del PSI savonese di intitolare a Pertini via Stalingrado, entusiasticamente condivisa dal Centro Pannunzio diretto dal prof. Quaglieni, lascia però perplessi.

Tralasciamo i problemi pratici (dovrebbero cambiare indirizzo moltissimi residenti e attività commerciali; sarebbe meglio, allora, intitolare a Pertini un tratto di Corso Italia, dove si trovano pochi residenti e qualche attività commerciale, come già proposto dal Comitato Cittadino per la Resistenza Antifascista); ciò che non convince è la volontà di rimuovere dalla toponomastica cittadina la memoria della battaglia di Stalingrado, «pietra miliare» della storia, decisiva per la sconfitta nazifascista nella seconda guerra mondiale.

Questo evento, non Stalin, è ricordato dal nome della via, come correttamente scrive il prof. Quaglieni, che tuttavia prosegue il suo ragionamento senza tenerne conto ed evocando «terrore, purghe, Gulag, stragi».

Eppure ci fu chi, senza essere stalinista né comunista, associò alla parola "Stalingrado" questa riflessione: «Signori, voi tutti ricorderete le ore angosciose che abbiamo vissuto quando la valanga nazista si rovesciò sull'Unione Sovietica. Le armate naziste già scorgevano le torri del Cremlino e le vette del Caucaso. Ebbene, noi sentivamo che se, per dannata ipotesi, fosse crollata l'Unione Sovietica, con l'Unione Sovietica - non dimenticatelo voi che mi ascoltate - sarebbero crollate tutte le speranze di un trionfo della libertà sulla dittatura nazifascista. In quel momento sentivamo che uomini di tutti i credi politici trattenevano il respiro consapevoli che la loro sorte era legata alla sorte di Stalingrado. E Stalingrado diventò la Valmy della Rivoluzione d'Ottobre e al mondo attonito offrì il miracolo di una strepitosa vittoria, sotto la guida di Stalin. Allora comprendemmo che da Stalingrado aveva inizio la vittoria delle armi democratiche contro le armi della barbarie!».

Queste parole, come la definizione succitata di Stalingrado come «pietra miliare», sono di Sandro Pertini (intervento al Senato del 6 marzo 1953).

Chi ha a cuore la sua memoria farebbe bene a tenerne conto e a continuare a lottare perché Savona la celebri, senza per questo cancellare il ricordo, che dovrebbe essere condiviso da tutti gli antifascisti, di ogni parte politica, della resistenza e del sacrificio compiuti allora dal popolo sovietico anche per la libertà di quello italiano.

c.s.

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