La Regione Liguria propone un patto agli operatori balneari: aumentare i canoni demaniali dei bagni e delle spiagge libere è attrezzate per poi reinvestire tutto il ricavato in ripascimenti, scogliere, pennelli frangiflutti, infrastrutture in grado di rilanciare un comparto-chiave per il turismo.
La proposta è stata avanzata dall’assessore regionale al Demanio Gabriele Cascino nel corso di una conferenza stampa, in mattinata, a Sanremo, nella spiaggia libera attrezzata “Tre Ponti” , presenti, fra gli altri, l’assessore al Turismo del comune di Sanremo Alessandro Dolzan, con la dirigente settore turismo Rita Andena, Paolo Renda, presidente provinciale Assobalneari Italia, Confindustria, Giovanni Canale, presidente regionale di Oasi-Confartigianato. Giacomo Mercurio, presidente Cooperativa Prima Realtà, che gestisce la spiaggia libera attrezzata “Tre Ponti”, di Sanremo, responsabile regionale Cna balneatori spiagge libere attrezzate.
Attualmente, la Regione Liguria, dalle oltre tremila concessioni demaniali lungo i trecento chilometri di costa, da Sarzana a Ventimiglia, “incassa” il 10% del canone, circa 900 mila euro in tutto. La “tassa di scopo” proposta dalla Regione Liguria punta invece a recuperare dai 5 ai dieci milioni. Come? “ Concordando l’entità e la classificazione degli aumenti con gli stessi operatori in un confronto attorno un tavolo tecnico che apriremo a settembre”.
“La nostra costa rappresenta per la Liguria un asset formidabile e unico, dove le spiagge delle Riviere, incastonate tra i monti e il mare, vanno difese e rilanciate, perché non hanno nulla da invidiare a quelle della vicina Costa Azzurra”, afferma Cascino, convinto che a settembre il patto sarà sancito.
Enrico Schiappapietra, presidente dell' associazione bagni marini savonese, commenta così la proposta:"Siamo assolutamente disponibili e pronti ad operare nel rispetto di quanto sceglierà l'amministrazione regionale e fornire una qualità delle spiagge sempre migliore. Tuttavia la scadenza delle concessioni è troppo vicina per pensare di fare degli investimenti strutturali significativi. Se aumentassero i canoni, la Regione potrebbe riscuotere quelli con le nuove aliquote solo per 3 o 4 anni, perché è li che arriva il nostro orizzonte. Diciamo che le cose sono legate a doppio filo: è necessario parlare anche della durata delle concessioni, se non ci troviamo in difficoltà su questa proposta".