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Attualità | 11 settembre 2013, 15:32

Altare, Cabur lascia a casa 33 dipendenti: giovedì proclamate 8 ore di sciopero

I sindacati FIOM-CGIL puntano il dito contro l'azienda, che nel corso di questi anni non avrebbe investito nello sviluppo dell'impresa

La Cabur di Altare

La Cabur di Altare

La Direzione Cabur nella giornata odierna ha inviato la lettera  ufficiale di apertura della procedura per il licenziamento di 33 lavoratori.

L’Azienda , si legge, dalla lettera , non è intenzionata a ragionare su nessun strumento diverso dalla mobilità , e quindi dal licenziamento di 33 persone .

"Non è accettabile, spiega Andrea Pasa, di FIOM CGIL,  che un’impresa che negli ultimi 60 anni ha guadagnato milioni di euro grazie alla professionalità , l’intelligenza e l’esperienza dei propri lavoratori , oggi  decida di licenziare un terzo del personale".

"La Cabur sostiene che uno dei problemi da superare è quello del costo del personale, nel frattempo però in azienda vi sono diversi consulenti esterni che costano senza dubbio molto di più dei dipendenti diretti di Cabur e che addirittura svolgono attività che potrebbero svolgere i dipendenti Cabur".

 

"Non abbiamo certezze sugli investimenti , non abbiamo certezze sulla continuità produttiva ad Altare non abbiamo quindi nessuna prospettiva futura .L’Azienda addirittura in questi giorni continua ad inviare materiale da assemblare in aziende diverse da Cabur (Tunisia e Romania) , attività che potrebbero essere fatte da lavoratori e lavoratrici di Altare".

 

"La responsabilità della situazione , economico – finanziaria e relativa ai carichi di lavoro di oggi è soltanto dell’impresa  e della Proprietà che in questi anni non ha investito abbastanza per ‘permettere lo sviluppo dell’impresa e quindi la tenuta occupazionale.

I lavoratori per la giornata di domani Giovedì 12 settembre hanno proclamato 8 ore di sciopero con presidio davanti ai cancelli dell’impresa e rivendicano con forza la possibilità di avere un futuro all’interno della Cabur , futuro che è messo in discussione da un gruppo dirigente miope sulle strategie industriali ma molto attento ai tagli del personale".

 

"Non è accettabile, proseguono nella loro lettera i sindacati, che il piano industriale di un’impresa sia solamente focalizzato sul risparmio del costo del personale (circa 1,5 ml anno ) e poco anzi pochissimo sugli investimenti . Inoltre a fronte dell’intervento del Pubblico ( che ha finanziato l’operazione di trasferimento dell’impresa da Albissola ad Altare nel 2006) la Proprietà si deve impegnare ad investire per la sopravvivenza dell’impresa stessa , garantire un reddito minimo per la sopravvivenza dei lavoratori che saranno sospesi dal lavoro e più in generale dare un’opportunità di lavoro a tutti i lavoratori oggi presenti in azienda.

Già nel corso del 2012 l’Azienda non ha confermato i contratti a tempo determinato e non ha effettuato il turn-over del personale fuoriuscito , diminuendo già lo scorso anno di circa il 10% gli  occupati".

 

"Auspichiamo in un pronto intervento delle Istituzioni Locali , finalizzato alla convocazione dell’impresa e delle Organizzazioni Sindacali(come da nostra richiesta inviata nella giornata di ieri) con l’obbiettivo di iniziare un ragionamento che scongiuri i licenziamenti e che apra una stagione di discussione legata alle prospettive future dell’impresa", concludono i sindacati.

r.g.

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