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In Breve

| 07 febbraio 2014, 09:30

I Qirsh presentano: “Sola Andata”

Un album a coronamento della ventennale carriera di questa storica band savonese

I Qirsh presentano: “Sola Andata”

Come avrete sicuramente già letto più volte in questa rubrica, per una band oggi, con la crisi che il settore musicale sta vivendo, raggiungere l’importante traguardo dell’album è qualcosa che ricopre un’importanza particolare. Se già è duro conquistare l’attenzione delle case discografiche per una band che cresce in mezzo ai più vivaci fermenti culturali di una Milano, una Roma, una Bologna, immaginatevi quanto ciò diventi ancor più impegnativo per chi cresce in una provincia piccola e decentrata come Savona. Eppure, i Qirsh, savonesi DOC, dopo vent’anni di dura gavetta passata a suonare praticamente tutti i generi musicali su e giù per la Riviera (e spesso anche al di fuori dei confini liguri), hanno saputo conquistare l’interesse di un’etichetta importante e prestigiosa nel circuito “indie” (cioè quello della musica indipendente, lontano dalle grandi multinazionali del disco) come è la Lizard Records. Il frutto dell’incontro tra i Qirsh e la Lizard è un disco magico, affascinante, esotico, pieno di intriganti atmosfere, intitolato “Sola andata”. Ripercorriamo questa lunga carriera assieme a loro.

1.      Nel vostro album è ricorrente, come un “trait-d’union” tra le varie canzoni, il tema del viaggio. E, in effetti, soprattutto per lavoro, so che la vita vi ha portato ad allontanarvi spesso dalla vostra Liguria. Volete parlarci come questo ha influenzato la vostra musica e le vostre composizioni?

L’allontanamento ha influenzato, nel senso che abbiamo fatto meno composizioni di quanto avremmo voluto! In effetti negli ultimi 10 anni abbiamo suonato insieme molte meno volte rispetto ai primi 10, ma forse è proprio la lontananza che ci ha fatto venire voglia di realizzare qualcosa di interessante. E di non fermarci qui. Venendo al tema dell’album, siamo molto legati all’idea del viaggio, sia come gruppo che singolarmente. Ognuno di noi viaggia molto, a volte prendendo l’aereo per destinazioni remote, a volte rimanendo nella sua stanza con un paio di cuffie nelle orecchie. Quando le prime canzoni dell’album cominciavano a vedere la luce, ci siamo resi conto che stavano andando in una certa direzione, e così l’album è diventato “Sola Andata”, un viaggio musicale nello spazio e nel tempo, analizzato nelle sue storie e nelle sue dimensioni interiori.

2.      E a proposito di viaggio, vi conosco abbastanza bene da sapere che tra tutti avete delle vite piene e degli impegni che frappongono molti chilometri, tra tutti voi. Eppure, dopo circa vent’anni, la formazione che troviamo nel disco raggruppa tutti i componenti storici. Volete raccontare a Savonanews come è avvenuta la gestazione dell’album e quali difficoltà avete incontrato?

Esatto, ognuno di noi ha tanti impegni, lavorativi e non (tra hobby, famiglia, sport e altro), ma in fondo, se non avessimo vite complesse, non ci verrebbe neanche l’ispirazione per suonare questo tipo di musica. Alcune canzoni sono nate sedendosi davanti a una tastiera e cominciando a farsi trasportare dai suoni o dalle sequenze di accordi; altre canzoni invece si sono materializzate nella nostra mente durante qualche viaggio, guardando persone e ambienti che scorrevano fuori dal finestrino. Grazie alla tecnologia, siamo riusciti a registrare buona parte dell’album anche a distanza, per poi vederci a Savona quasi solo per il mixaggio (e per un brindisi analcolico finale). Abbiamo voluto curare personalmente ogni singola fase di realizzazione, incluso l’impianto grafico e la scelta iconografica (ogni immagine del booklet è legata a doppio filo al brano musicale rappresentato). Con nostro grande piacere, l’etichetta veneta Lizard ha ascoltato il nostro lavoro e ha deciso di pubblicare l’album. A quel punto è stato stampato il primo migliaio di copie, a Milano (siamo andati personalmente a ritirarle, sfidando il traffico e le intemperie invernali).

3.      Un album a significativo completamento di una carriera quasi ventennale: raccontateci la storia dei Qirsh e spiegateci il significato di questo nome.

Speravamo che non ci facessi queste domande difficili (p.s. la parola ‘ventennale’ ci fa anche sentire un po’ vecchi, ma sappiate che il nostro spirito è sempre quello di una boy band!). Dunque, per quel che riguarda il nome, è tutta colpa del nostro primo batterista Luis Fancello, che studiava lingue… e quindi ci siamo fidati di lui. Il nome all’inizio non ci piaceva, ma poi ci siamo affezionati e non l’abbiamo mai più cambiato. Provando a sintetizzare la storia: ci siamo conosciuti sui banchi delle superiori nell’inverno 1992-1993 (alcuni di noi erano anche compagni nei boy scout e nella squadra di basket di Savona), abbiamo iniziato subito a fare musica o, meglio, “ottimo rumore”. Crescendo abbiamo affinato i nostri gusti e le nostre conoscenze musicali, dando al sound dei Qirsh un’impronta pop-prog. Ma a cavallo tra gli anni ’90 e il nuovo millennio ci siamo fatti una discreta esperienza live in giro per la Liguria, a base di cover, senza mai perfezionarci in un singolo genere, ma preferendo suonare un po’ di tutto: la nostra scaletta durava quasi 3 ore e comprendeva Pink Floyd, Queen, U2, CSI, Pooh, Elio, ecc.. Abbiamo suonato in pub, piazze, stabilimenti balneari, feste, discoteche, e anche ... in cima a una fortezza, su una motonave in navigazione, all’entrata di una banca, su un camion, in una palestra, sul palco di una lap dance, in un maneggio, e anche in un museo (quello storico dell’Alfa Romeo, nel 2010). Nel 1997 avevamo dato alla luce il primo album, “Una città per noi”, uscito per l’etichetta piemontese Bottega d’Arte/Radio Belvedere; si trattava ovviamente di un lavoro ancora giovanile… e le poche cassette sopravvissute hanno ormai solo un valore per collezionisti. In quegli anni, siamo stati uno dei primi gruppi liguri ad aver creato un sito internet, uno dei primi a suonare in playback (su TeleVarazze), e a invadere la città di volantini colorati plastificati (per la gioia del Comune e della nettezza urbana). Alcuni di noi, sotto falso nome, hanno occasionalmente suonato con la band demenziale “Walter Beccaria e i Luridi”. Altri invece hanno avuto partecipazioni più ‘serie’, in album o in eventi live con band di rock anni ’80, metal, revival, ecc.. A proposito, la nostra formazione è praticamente invariata da quasi 20 anni: Daniele Olia (chitarre, voce), Andrea Torello (basso, voce) e Michele Torello (chitarre) fanno parte del nucleo originario (che comprendeva anche il primo batterista Luis, e 3 coriste). Quasi subito, nel 1994, si sono aggiunti Marco Fazio (batteria) e Leonardo Digilio (tastiere); quest’ultimo nel 1996 lascia il posto di tastierista (e voce) a Pasquale Aricò; Leonardo poi rientra nel 2007, e da quel momento la formazione ufficiale della band è a 6 elementi

4.      Veniamo ora alla musica: nel vostro CD “Sola Andata” si ravvisano sonorità che attraversano tutta la storia del rock italiano, dal progressivo caldo e mediterraneo di gruppi come PFM e Osanna, alla new wave dei Diaframma e dei primi Litfiba, fino alle sonorità elettroniche e anni ’90 di gruppi come Bluvertigo, CSI e altri. Ma quali sono le singole coordinate musicali di ognuno di voi?

Siamo in 6, ognuno di noi ha in media una decina di gruppi preferiti, quindi... vuoi l’elenco completo? Scherzi a parte, abbiamo sicuramente molti gusti in comune, ma ognuno di noi si concede anche qualche digressione in altri campi, dall’hard rock alla musica sinfonica, dal blues alla new wave, dal reggae all’elettronica, al pop, al prog-rock anni ‘70… ma alla fine ci incontriamo sul filone di Genesis, Battiato, ... e dei già menzionati Pink Floyd (non a caso un nostro amico con velleità letterarie ha scritto “Volevamo essere i Pink Floyd”, una piccola biografia ironica che racconta la storia dei primi venti anni dei Qirsh, in uscita all’inizio del 2014)

5.      E concludiamo, naturalmente, con un occhio ai progetti futuri e ad eventuali date live.

In realtà non abbiamo ancora all’orizzonte un calendario di eventi live, a parte un paio di presentazioni dell’album in terra veneta. Sicuramente in questa fase ci interessa promuovere l’album (di questo dobbiamo ringraziare soprattutto la Lizard e suoi canali di distribuzione), rispondere a interviste (a proposito… grazie per averci ospitato!) e raccogliere recensioni e commenti in giro per il globo. Per ora le prime reazioni sono state positive, alcune copie del CD sono già partite in direzione del Giappone, alcuni recensioni e passaggi radio sono in programma in Europa e America latina. Se le recensioni saranno positive, saranno lo stimolo per un nuovo album, di cui abbiamo già una mezza idea, e che vogliamo pubblicare in tempi ragionevoli (non aspettando altri 16 anni come tra il primo e il secondo!). Se invece le recensioni saranno negative, ci dedicheremo al giardinaggio e ad altre nobili attività (o torneremo a suonare la chitarra nei prati con i boy-scout… cioè da dove eravamo partiti ).

Alberto Sgarlato

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