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Alassino | 03 aprile 2014, 15:07

Sistemazione di un tratto di "crosa": Melgrati assolto per reato ambientale

Il capogruppo F.I.: “Ancora una volta dimostrata la mia buona fede e correttezza anche professionale. E’ la ventesima volta che vengo assolto”

Sistemazione di un tratto di "crosa": Melgrati assolto per reato ambientale

 

Questa mattina, dopo l’escussione dei testi il Tribunale di Savona, Giudice Canepa, ha assolto per la ventesima volta da un procedimento penale l’ex sindaco di Alassio, Architetto e oggi Capogruppo di Forza Italia in regione Liguria.

Il reato contestato era un reato ambientale. Infatti Melgrati come progettista aveva presentato una Denuncia di Inizio Attività per la realizzazione della sistemazione di un tratto di “crosa”, sulla collina di Alassio per renderlo transitabile con automobili. La pavimentazione, gravemente compromessa da interventi precedenti del Comune per le urbanizzazioni e dai passaggi di centauri che utilizzano questo tracciato come percorso fuori strada, era stata sostituita con pietre in analogia a quella che doveva essere la pavimentazione originaria, riutilizzando le lastre in buono stato.

Questo progetto aveva avuto il parere favorevole della Commissione locale per il Paesaggio ed era stato trasmesso in Sovrintendenza per richiedere e ottenere l’autorizzazione paesaggistica, in quanto zona di vincolo ambientale. Solo dopo l’ottenimento della autorizzazione paesaggistica e quindi la legittimità della Dia era stato dato regolare inizio dei lavori.  

La Procura di Savona aveva rinviato a giudizio l’architetto Marco Melgrati, quale progettista e direttore dei lavori, l’impresario, signor Biagio Bogliolo di Alassio e il proprietario, che nel frattempo è deceduto, signor Giancarlo Asti, perché a detta della Procura stessa non si erano dotati della necessaria autorizzazione “Monumentale” per altro in tempi non sospetti come Sindaco di Alassio avevo chiesto un parere al Ministero sull’assoggettabilità al vincolo monumentale di queste “crose”, parere che non aveva dato un esito certo.

La difesa ha eccepito che l’Ente che rilascia l’autorizzazione paesaggistica, cioè la Sovrintendenza, è lo stesso che dovrebbe, nel caso, rilasciare l’autorizzazione ambientale e che comunque la funzione di controllo spettava e spetta al Comune, che avrebbe potuto interrompere il lavori immediatamente dopo la presentazione della comunicazione di inizio degli stessi.

Dichiara in conclusione Marco Melgrati: “Esprimo soddisfazione per il riconoscimento della mia buona fede e del mio corretto comportamento, e ancora una volta la mia completa fiducia nella Magistratura giudicante che ha saputo valutare correttamente gli atti, i fatti e le testimonianze. E’ la ventesima volta da quando sono sceso in campo politicamente come Assessore prima e Sindaco dopo, che vengo rinviato a giudizio, processato e assolto. Credo che se non fossi stato sindaco, molti rinvii a giudizio non ci sarebbero stati. Secondo me qualcosina che non funziona ci deve essere, ma oggi prevale la felicità"

c.s.

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