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| 29 agosto 2014, 12:00

Il sound sincero dei Mojo Ramblers

Non perdetevi sabato 30 agosto a Carcare questa eccellente band che coniuga blues, funky e rock’n’roll

Il sound sincero dei Mojo Ramblers

Il nostro cammino tra le bands della provincia di Savona prosegue e, dopo avere incontrato in questa rubrica veramente tutti i generi, anche i più strani, i più inconsueti, i più sperimentali, salutare una band come i Mojo Ramblers è un po’ come una boccata d’aria fresca, un ritorno alle origini. Perché loro fanno il vero rock, quello più “roots”, come si dice in America, cioè quello delle radici, quello autentico, sincero: nomi come Neil Young, John Fogerty con i suoi CCR, Bob Dylan o B.B. King diventano una tavolozza di colori, uno spunto sulla tela, per stemperare variegate, vivaci e brillanti improvvisazioni, dilatazioni sonore proprio come avveniva nei grandi festival e negli indimenticati “Happenings” degli anni ’60 e ’70. Ovviamente la sincerità e la spontaneità pagano e nel giro di quattro anni i Mojo Ramblers sono diventati una band richiestissima dal vivo. Ne parliamo con i componenti della band in questa intervista:

 

1.      Come e quando nasce la band dei Mojo Ramblers?

Ci siamo formati nell’autunno del 2010. La line up originaria comprendeva Albertino Caroti alla chitarra, i gemelli Marco e Andrea Oliveri, rispettivamente basso, chitarra e voci, e il batterista Marco “Poldo” Poggio, ideatore del nome del gruppo che unisce due termini molto ricorrenti nell’immaginario collettivo blues: “Mojo”, l’amuleto dei riti voodoo del sud degli Stati Uniti e “Ramblers”, ovvero “vagabondi”, diffusa attitudine di chi suona la musica del diavolo. Giuliano Donzellini è entrato dietro i tamburi dopo un anno e da allora proseguiamo con questa formazione. Visto che l’obiettivo primario del gruppo è sempre stato quello di suonare dal vivo, abbiamo iniziato subito a farci conoscere nei locali della Liguria e del Basso Piemonte. Le nostre prime soddisfazioni sono state la partecipazione a importanti manifestazioni come Balla Coi Cinghiali e il Beigua Blues Festival, durante il quale abbiamo addirittura ricevuto il premio Blues For Youth 2012.

2.      Tante e di nobilissima caratura, le coordinate della band: blues, rock, con qualche minima “spruzzata” di psychedelia e doverosi omaggi ai grandi classici. Come avviene la selezione dei brani in scaletta?

Scegliamo i brani seguendo unicamente il nostro gusto personale, nell’intento di unire i diversi stili dei singoli componenti per creare un suono originale e unico: ad esempio, Albertino è l’anima blues, Giuliano ha avuto esperienze nel jazz, Marco e Andrea hanno un istinto più per il rock ‘n’ roll e la canzone d’autore americana. Ognuno porta il proprio background e così ogni brano ha diverse influenze, risultando non riconducibile ad un genere preciso.

3.      Quale titolo tra quelli in repertorio non potrebbe mai mancare in un concerto dei Mojo Ramblers e quali canzoni state prevedendo di aggiungere o vorreste suonare in futuro?

Di solito non mancano mai brani frizzanti e ballabili come  “Can’t Buy Me Love” dei Beatles, ”Got My Mojo Working” di Muddy Waters, ma anche brani più ricercati come “Church Is Out” di Charlie Musselwhite, in cui Marco passa all’armonica e Andrea al basso. Ci piace proporre brani più rilassati come alcune ballate di Bob Dylan, ma anche le cavalcate elettriche di Neil Young, che ci consentono di improvvisare e alzare il volume (l’ultima volta che abbiamo suonato “Cortez The Killer”, l’abbiamo fatta durare quasi dieci minuti!).  Ovviamente, come dicevi prima, diamo spazio anche ai grandi classici, come i Creedence Clearwater Revival, i Cream, o B.B.King. In futuro non escludiamo di inserire in repertorio anche qualche brano autografo.

4.      La vostra attività live è intensa: quali sono i prossimi appuntamenti?

Suonare in giro per noi è l’obiettivo principale, nonostante stia diventando un po' difficile sia per il periodo storico che viviamo, sia perché il nostro genere è personale, non facilmente etichettabile, le nostre cover sono ri-arrangiate e diverse dalle originali. Comunque non ci scoraggiamo e il prossimo appuntamento è il 30 agosto a Carcare, in Via Garibaldi, nell’ambito della “Antica Fiera del Bestiame

Alberto Sgarlato

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