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Attualità | 10 ottobre 2014, 18:16

Aeroporto di Villanova d'Albenga, Fiorenzo Timori: "La concessione ventennale si, ma non dimentichiamo che il Panero può fallire lo stesso"

Il presidente del “Comitato per il rilancio e lo sviluppo dell’Aeroporto Panero": "Unica possibilità la privatizzazione, se siamo ancora in tempo e se qualcuno acquisterà quello che è un debito". Se ne è parlato oggi ai microfoni di Radio Onda Ligure 101

Aeroporto di Villanova d'Albenga, Fiorenzo Timori: "La concessione ventennale si, ma non dimentichiamo che il Panero può fallire lo stesso"

Venerdì 3 ottobre 2014 all’Aeroporto Panero di Villanova si è tenuta la conferenza stampa per annunciare l’ottenimento della Concessione Ventennale di Ava, per la seconda volta come afferma Fiorenzo Timori Presidente del “Comitato per il rilancio e lo sviluppo dell’Aeroporto Panero di Villanova d’Albenga e del suo Territorio”.

Già nel 2012 avevano festeggiato la concessione ventennale, forse era sbagliata quella? Forse entrambe? Comunque senza dubbio una buona notizia arrivata dopo 14 anni dalla richiesta, ma risolutiva?

Forse no suggerisce“Vogliamo solo ricordare che a Parma hanno ottenuto la concessione ventennale a gennaio e ora stanno chiudendo, dalle valutazioni sullo stato di salute del Panero il rischio è che si arrivi allo stesso epilogo”.

L’Ava è una s.p.a. a partecipazione pubblica, ma che deve fare i conti con le leggi economiche italiane pertanto per capirne l’andamento è necessario guardare il bilancio.

Afferma Timori “Si rischia il fallimento imminente di Ava. Recentemente è stato necessario da parte dei soci sottoscrivere l’aumento di capitale, ciò per colmare il grosso debito esistente” ma il prossimo bilancio? “Anche questo con un pesante segno negativo davanti”.

Era stato annunciato dall’Amministratore Delegato Pasqualini durante la conferenza stampa “Il bilancio è migliorato rispetto all’anno scorso anche grazie alla vendita del carburante e non è vero che K-Air gli aerei dei F.lli Orsero ha abbandonato Villanova”.

Cosa dice su tale punto Timori? “La situazione è critica. Il Businnes Aviation ha diminuito i suoi numeri del 40% e per gli acquisti del carburante ha diminuito del 25%. C’è stato si un aumento della vendita del carburante, ma del carburante privato che costituisce il 10% della vendita totale di carburante. Stando così le cose oggettivamente il bilancio del prossimo anno sarà negativo e sarà probabilmente necessario mettervi altri soldi”.

Ma nel caso ci sarà chi sarà disposto a farlo?

Si è tanto parlato di privatizzazione saranno loro a investire? Si troveranno i privati che acquisteranno da Provincia e Camera di Commercio le quote?

Domande legittime che abbiamo posto a Timori che risponde “La privatizzazione è l’unica soluzione possibile e non sappiamo neppure se arrivati allo stato nel quale siamo oggi potrà essere sufficiente. Intanto è necessario trovare un privato che voglia acquistare un debito, perché di questo si tratta”.

La domanda è dunque : un privato è disposto ad acquistare quote in una società – e a pagarle – che da anni chiude in negativo il suo bilancio e che si è rivelata essere un pozzo nel quale è stato investito a più riprese denaro?

I Fr.lli Orsero si erano manifestati interessati a tale operazione, era stata aperta una gara europea rimasta senza offerte, unica offerta arrivata dagli Orsero 5 minuti prima della chiusura dell’asta, operazione che poi non si è comunque concretizzata. Un altro privato interessato era Wolf Werren, patron della Diamond Wings che ha presentato una lettera di intenti manifestando il proprio interesse nell’operazione. La sua proposta non è stata neppure valutata. Ora si è presentato un italiano, un napoletano in particolare, vedremo se lo considereranno.”.

Ma che interesse hanno i privati a investire nel Panero?

Enrile (Ilce) che detiene diverse quote dell’aeroporto continua a investire in questo, perché lo fa?

Afferma Timori “Enrile vede le grosse potenzialità che detiene questo aeroporto, così come potrebbero vederla altri privati. Oggi il Panero fa 3 mila passeggeri l’anno, potrebbe tranquillamente arrivare a 6/700 mila passeggeri potenziando lo scalo introducendo i voli verso Roma per velivoli fino a 100 passeggeri o decidendo magari di allungare la pista di decollo e atterraggio”.

È possibile materialmente allungare la pista?

Il progetto è già stato approvato dall’Enac, mancano i fondi che, per l’appunto potrebbe decidere di investire un privato”.

Durante la conferenza stampa del 3 ottobre si era parlato tra le altre cose della possibilità da parte di Provincia e Camera di Commercio di vendere le quote della propria partecipazione e, magari trarne un vantaggio economico.

Afferma Timori “Un privato può decidere di investire in aeroporto, ma sarebbe disposto a pagare un debito? Forse in misura simbolica, non di più”.

Altra domanda che ci si pone riguarda poi l’arrivo nelle aree Ava di Piaggio, sul punto afferma Timori “Senza dubbio un affare per Piaggio, ma che benefici ha portato ad Ava? Piaggio ha pagato ad Ava una elemosina, senza contare l’operazione di movimento di terra che piaggio adopererà all’interno dell’aeroporto risparmiando di fatto quanto avrebbe speso per il suo smaltimento cioè 30 euro a metro quadro per 30 mila metri quadri per un importo di 900 mila euro. Dunque? Un operazione intelligente per Piaggio che ha liberato un fronte mare notevole che potrà essere sfruttato e ha pagato poco per un nuovissimo stabilimento, ma per l’aeroporto?”.

Precisa Timori "Ciò non toglie che ad ogni modo Piaggio dia una speranza anche per l'aeroporto Panero, una importante azienda che si occupa proprio del settore degli aerei all'interno dell'aeroporto, si spera possa accrescerne le potenzialità"

Tante domande, le risposte difficili da dare, ma afferma Timori “Pongo domande che si fa qualunque cittadino che guarda alla realtà con occhi critici. Se fallisse l’aeroporto oltre al danno per il nostro territorio del quale potrebbe essere un gioiello, senza dubbio lascerebbe a casa molti di coloro che lì lavorano così come dell’indotto dello stesso”.

La conclusione di Timori dunque: una concessione che è come un bell’abito, ma che se non si fa concretamente qualcosa per questo rischia di diventare un mare nero.

Mara Cacace

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