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Politica | 10 ottobre 2014, 11:45

Marson a "Sotto Pressione":"Serve una forza che esprima i valori dell'individuo"

L'esponente di Fare per Fermare il Declino sulle regionali:"un'occasione per vedere se la componente di una destra strutturata sui valori dell'individuo può essere costruita”

Marson a "Sotto Pressione":"Serve una forza che esprima i valori dell'individuo"

In Italia, manca una forza politica che esprima il valore dell'individuo, ridisegnando il rapporto tra persone e autorità, limitando le ingerenze altrui nella sfera personale. Ma guai a chiamarli “liberali”. È l'opinione di Paolo Marson, avvocato, ex Assessore della Provincia di Savona, Consigliere Comunale a Savona ed esponente regionale e nazionale di FARE per Fermare il Declino, ospite di Cristiano Bosco a “Sotto Pressione”.

Il termine 'liberale', per Marson, ha ormai fatto il suo tempo, nella scena politica italiana. “Sono convinto che non si debba più parlare di 'liberale'. Esiste uno spazio, quello delle persone che vogliono costruire un progetto di vita proprio, rivendicando la propria autonomia rispetto all'ingerenza altrui – dello stato, dell'autorità, del potere – e questo spazio vorrei che non fosse più definito 'liberale', concetto che individua qualcosa che è stato nell'800, giustamente criticato da chi sosteneva teorie democratiche e socialiste, che non ha saputo produrre la sintesi di quelle critiche. Bisogna andare oltre quel concetto, recuperare certe nozioni, che sono anche parte di un'area importante che oggi viene chiamata 'di centrodestra', ma che sono una cosa molto diversa da chi oggi politicamente occupa quello spazio, che non le rappresenta per niente”.

Come si traduce, tutto ciò, sotto il profilo politico? “Si confrontano due filosofie profonde della politica. La prima istituisce un rapporto tra individuo e autorità, che si conclude con un segno negativo per l'individuo e positivo per l'autorità: questa, se vogliamo, è l'area di sinistra, ma non lo è necessariamente. Poi esiste un pensiero, di chi sostiene invece che la capacità di costruire la propria vita sia un valore prevalente, e in questo senso il segno del rapporto con l'autorità deve essere positivo per l'individuo”, afferma il Consigliere Comunale di Savona. “Non parlo solo di aspetti economici. Per fare altri esempi: il fine vita, qualcosa di cui le persone che la pensano come me vogliono decidere autonomamente, oppure l'educazione dei figli, le sorti del matrimonio. Questioni in cui nessuno di noi desidera che sia qualcun altro a decidere al posto nostro, perchè noi riteniamo di essere capaci a decidere un nostro progetto di vita e svilupparlo nella società. Ciò non significa negare la presenza della stato, né significa negare l'opportunità di aiutare i più disagiati. Significa, piuttosto, ridisegnare il rapporto in termini positivi per l'individuo”.



Il fatto che ciò, ancora, non sia avvenuto, è per Marson “un grande problema del sistema democratico italiano, che deve produrre una forza politica che esprima questi valori, e fino a oggi non l'ha espressa”. “Ci sono state grandi spinte, penso al '94, profondamente deluse da opzioni – come il berlusconismo – che sono lontanissime da questo modo di pensare e che lo hanno abbandonato progressivamente”, spiega l'esponente di FARE. “C'è un aspetto che chi fa le tattiche politiche le alleanze sta grandemente trascurando, localmente e a livello nazionale: rispetto a 30-40 anni fa, le dinamiche del lavoro sono assolutamente flessibili. Oggi il lavoro è mobile, io posso fare l'avvocato a Londra, in India, in Cina, negli Usa. Chi fa l'idraulico, lo può fare in Francia, Spagna, Svizzera, Cina: questo fa sì che i produttori di ricchezza siano una categoria mobile, e oggi stanno progressivamente diminuendo nel nostro paese, in modo drammatico”.

In vista delle prossime elezioni regionali in Liguria, l'ex Assessore Provinciale esclude che FARE si possa presentare da sola, ma crede piuttosto che l'appuntamento elettorale possa essere “un'occasione per vedere se la componente di una destra strutturata sui valori dell'individuo può essere costruita”. “È un lavoro lungo”, ammette, e “l'unico vero nemico non sono le altre forze politiche, ma il rischio che questa società muoia prima”. Improbabili, per lui, le elezioni politiche anticipate: “Il buon senso dice no. La scelta dei mercati finanziari internazionali, siccome l'Italia è una bomba a orologeria innescata nel sistema, è di farla galleggiare come una boa nel mare, per anni e anni, cercando di disinnescarla. Renzi è l'unica occasione, in questo momento, per tenere ferma la boa, a galleggiare e consumare l'energia della società. Gli unici che ci perderanno, da questa operazione, siamo noi italiani: però, fino a quando non ci sarà una alternativa, difficilmente il sistema verrà messo in destabilizzazione. Oggi, siamo come una rana in una pentola”, conclude Paolo Marson.

r.g.

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