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Politica | 29 ottobre 2014, 15:56

Camiciottoli a "Sotto Pressione": "Decreto Delrio aberrante, vogliono cancellare l'entroterra e i piccoli comuni"

"Le tasse vanno pagate. Servono a mantenere servizi, però non devono essere eccessive e opprimenti per il cittadino, specialmente in un momento di crisi come questo. Ci sono sì da trovare delle risorse, ma non certo sui cittadini"

Camiciottoli a "Sotto Pressione": "Decreto Delrio aberrante, vogliono cancellare l'entroterra e i piccoli comuni"

Contro l'eccessiva tassazione sui cittadini e contro l'Unione dei Comuni. Ospite di Cristiano Bosco a Sotto Pressione, il Sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli, divenuto famoso qualche anno fa per la sua avversione all'IMU sulla prima casa imposta dal governo Monti - ma non applicata dal suo comune - ha spiegato perché la sua battaglia prosegue, e i motivi per cui non apprezza l'operato del governo nazionale.

Cominciando con una precisazione: non vuole essere definito "il sindaco anti-tasse": "Le tasse vanno pagate. Servono a mantenere servizi, però non devono essere eccessive e opprimenti per il cittadino, specialmente in un momento di crisi come questo. Ci sono sì da trovare delle risorse, ma non certo sui cittadini". Nel piccolo comune di Pontinvrea, in provincia di Savona, "decidemmo di non far pagare l'IMU sulla prima casa", racconta, "perché ritenevamo - e riteniamo tuttora - che i tagli debbano prima essere compiuti partendo dall'alto, e poi, eventualmente, chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini".



E l'ostilità all'eccessiva pressione fiscale, da quel giorno, non si è fermata. "Abbiamo continuato con la nostra linea", prosegue Camiciottoli. "Nel 2012 non abbiamo applicato l'IMU sulla prima casa, mantenendo il minimo di legge sulla seconda. Abbiamo in seguito non applicato la Tares, perché ritenevamo che il nostro tessuto economico sarebbe andato ancora più in crisi più di quanto la fosse già. Ora, ci costituiamo in un ricorso in sede civile perché venga discussa la costituzionalità della legge sulla tassazione per la casa". Una sfida che non restò inosservata, da parte delle istituzioni: "Ci fu un tentativo di dissuasione da parte dell'allora Ministro Cancellieri, che disse che incitare all'evasione fiscale era reato. Risposi, sia a lei che a Monti, per dare loro ragione: è vero, ma la nostra iniziativa serviva a tutelare loro, poiché erano loro stessi a incitare all'evasione fiscale. Perché quando un cittadino deve scegliere se pagare le tasse o mangiare, mangia, curarsi o pagare le imposte, si cura".

Dopo Monti, Letta. Dopo Letta, Renzi. Ma Camiciottoli resta critico. "È come nelle addizioni: si spostano i fattori, ma i risultati non cambiano. Renzi non è stato eletto, mi lascia indifferente e non so quanto sia il suo consenso reale sul territorio, al di là dei numeri delle europee. Mi auguro che possa risolvere i problemi del paese, ma allo stato attuale non vedo soluzioni messe in campo, quindi vado avanti per la mia strada".

Poi, un duro attacco verso il percorso che vuole portare all'Unione dei comuni. "Si sta cercando in tutti i modi di cancellare una parte di territorio, quella dei comuni sotto i cinquemila abitanti con l'aberrante decreto Delrio. L'impressione è che l'obiettivo sia di togliere la possibilità ai cittadini di scegliere chi li governa. Lo abbiamo visto con le province, che non sono state cancellate, ma ridotte a organi di secondo livello con una legge improponibile che punta a tagliare fuori, nella nostra provincia, il peso dell'entroterra, e non si vota più per il Senato, che sarà di soli nominati. Restiamo solo noi sindaci, che saremo forse protetti dal WWF come specie in via di estinzione, restiamo gli unici a essere eletti dai cittadini".

Infine, una stoccata all'ANCI, con la quale si è recentemente scontrato: "Un sindacato deve prendere le istanze sul territorio e portarle nei palazzi del potere, e non portare le decisioni già prese dai palazzi del potere sul territorio e dire 'dovete fare così'. In Liguria, inoltre, credo che li segretario di un così grande sindacato non possa essere un dipendente dello stesso, perché così non ha margini di movimento: prende ordini dal suo datore di lavoro e ci dice che, per forza, dobbiamo dare vita alla Unione dei comuni. Sarebbe un disastro".

r.g.

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