/ Albenganese

Albenganese | 18 dicembre 2014, 09:30

Sarà forse un altro Natale Indiano per Tommy ed Ely, ma l'attesa ormai non spaventa più

La testimonianza e le parole dell'amico Adriano Sforzi regista del film/documentario "Più Libero di Prima".

Sarà forse un altro Natale Indiano per Tommy ed Ely, ma l'attesa ormai non spaventa più

Si avvicina il Natale e sarà, forse, un altro Natale indiano per Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni i due ragazzi detenuti nel Carcere di Varanasi con l’accusa di aver ucciso l’amico Francesco Montis e, da anni, in attesa di Giustizia.

Il loro caso è stato recentemente discusso dalla Corte Suprema di New Dheli e, dopo i numerosi rinvii subiti, i due ragazzi, le loro famiglie e gli amici, sono in attesa della sentenza che ci si augura possa arrivare a breve.

Ma come dice Marina “In India può sempre succedere di tutto” pertanto non resta che aspettare fiduciosi, con quello spirito e quella voglia di lottare che Tomaso ed Elisabetta per primi non hanno mai perso.

Intanto continua il progetto del film “Più Libero di Prima” del regista e amico, Adriano Sforzi che sta vivendo con Tommy e con la sua famiglia, questa odissea.

Afferma Adriano “Il 5 Dicembre 2014, solo l'orologio ci divideva dalla Corte Suprema di New Dheli: in quel salotto della casa di Tommy, con Euro, Marina, Camilla e la nonna che sembrava ancora più piccolina, il tempo scandito da quell'orologio sul muro di casa ci ricordava che eravamo in Italia e non là, in India, come tutte le altre volte.
Segnava il tempo, riempiva con il suo tic-toc un silenzio che celava un'attesa durata quasi cinque anni.
A tratti però anche il suo suono cambiava, appena il telefono di Marina suonava anche lui si metteva in ascolto, sperando di sentire la voce dell'Ambasciatore presente al processo.
Quando ci hanno detto che l'attesa era finita, che il processo è stato dibattuto e la discussione tra avvocati e giudici della Corte Suprema Indiana portata a termine, nessuno di noi respirava, nessuno di noi era in Italia o in India, nessuno di noi viveva, e l'orologio e il tempo si sono fermati.
Attesa.
Questa è la parola che Tommy si è ripetuto, ha sentito, ha vissuto per più di quattro anni in quel carcere a Varanasi: ora, da uno a due mesi è il tempo di attesa per la sentenza.
Ormai, Attesa, non ci fai più paura.
L'orologio di Tommy sa aspettare.
Forza Tommy, e Forza Voi, che eravate tutti lì ad aspettare
”.

Mara Cacace

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium