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Attualità | 10 gennaio 2015, 17:45

Cemento e Mafia a Ceriale, oggi è possibile ribellarsi

"Tempo fa la comunità cerialese rimaneva china contro alcuni episodi, da oggi non deve più essere così"afferma Abbondanza presidente della Casa della Legalità

Cemento e Mafia a Ceriale, oggi è possibile ribellarsi

A Ceriale oggi si parla di Mafia, un tema particolarmente complesso e delicato - la cui presenza sebbene non sempre chiara e manifesta-  è insidiosa e subdola e, proprio per questo, genera ancora più timori.

Ad accorrere all’incontro un pubblico numeroso che ha ascoltato l’intervento sostando davanti alla sala gremita di persone e all’esterno della quale era stato posto un megafono per permettere a tutto il paese di ascoltare l’intervento, perché è proprio da questo che è necessario partire, dal dialogo e dalla comunicazione. Il silenzio, infatti è complice della Mafia ed è il terreno sul quale affonda le proprie radici.

A farlo in particolare Christian Abbondanza Presidente della Casa della Legalità che ha cominciato l’incontro parlando della T1 uno dei temi più scottanti nel territorio comunale e oggetto per lungo tempo di contestazioni dibattiti e accuse fino a raggiungere i banchi del tribunale, dove è in corso il processo circa la lottizzazione abusiva dell’area.

“Mancavano i presupposti per approvare il progetto e c’erano dubbi circa la possibilità di connivenza con la mafia, nonostante ciò si è andato avanti con il progetto” afferma Abbondanza.

“Allora la comunità di Ceriale davanti a quello scempio è rimasta china. Non deve più essere così”.

Ad intervenire anche Donatella Albano, senatrice e componente della Commissione Parlamentare Antimafia e Claudio Porchia, giornalista.

Anche Rolando Fazzari ha voluto portare la sua testimonianza. Egli ha disconosciuto e denunciato, senza cedere alle intimidazioni, la sua famiglia d'origine, famiglia di 'ndrangheta "Gullace quando è entrato nella nostra famiglia non era nessuno. Noi avevamo gli escavatori eravamo i primi nel nostro settore. I miei ex parenti mi hanno messo a lavorare da bambino per i debiti che avevamo, una vita di lavoro con persone che mi sono capitate tra le gambe, come Gullace, e che mi hanno portato via mio figlio".

La volontà principale è stata quella di informare come ill ponente savonese non solo non è indenne dalla presenza delle mafie, ma è a tutti gli effetti una “colonia” della 'ndrangheta.
Il conubio edilizia – mafia è, anzi qui più evidente che altrove.

Non poteva, inoltre non farsi riferimento alla recente intimidazione avvenuta a Ceriale con i colpi d'arma da fuoco contro lo Studio di un geometra Repetto. Proprio contro tali episodi  occorre muoversi e non tenere di parlarne e denunciarli attraverso la collaborazione ed il sostegno anche delle associazioni che si occupano di tutto ciò.

E’ importante capire che oggi, è possibile dire il proprio No alla Mafia senza rimanere soli ed è importante farlo, sempre.

Mara Cacace

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