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Politica | 25 gennaio 2015, 15:00

Vaccarezza a "Sotto Pressione": "Renzi sta distruggendo il paese. Prima va a casa, meglio è per tutti"

"In cinque anni da Presidente mi sono fatto più nemici, che amici: ho il bruttissimo difetto di dire quello che penso e pensare quello che dico, e in politica questo non ti fa fare tanta strada"

Vaccarezza a "Sotto Pressione": "Renzi sta distruggendo il paese. Prima va a casa, meglio è per tutti"

Il renzismo come il fascismo. Sembra essere questo il parallelismo che traccia Angelo Vaccarezza, ospite di Cristiano Bosco a Sotto Pressione. “Quando in un paese sale al Governo un Presidente del Consiglio non eletto, che non è un parlamentare, eletto sulla forza di un partito che ritiene di essere il partito che da solo può governare il paese, siamo durante una dittatura. L'abbiamo già vissuta: se qualcuno se lo è dimenticato, si legga i libri di storia”, afferma l'ex Presidente della Provincia di Savona. Quindi Renzi come un nuovo duce? “Questo sorride di più, ha una faccia tra Fonzie e Mr. Bean, fa più brutte figure all'estero di quelle che facevamo tanti anni fa, ma sta distruggendo il nostro paese. A nome di chi, nell'interesse di chi, qualche dubbio cominciamo a non averlo più. Messo lì da qualcuno, sta facendo quello che qualcuno gli ha detto di fare. Bisogna vedere quanto ancora gli italiani accetteranno di farsi impoverire nei conti delle loro famiglie per poter salvare una cosa che non si comprende esattamente quale sia: indebitare il paese e salvare la ricchezza privata ci ha reso grandi dopo aver perso la guerra; oggi indebitiamo le famiglie per non risolvere i problemi dell'Italia e diminuire i servizi. Prima Renzi va a casa, prima comincia la ricostruzione del nostro paese”. Un giudizio durissimo sull'esecutivo, non certo in linea con quello del leader del partito di Vaccarezza, Silvio Berlusconi, che con lo stesso Renzi ha dato vita al cosiddetto “Patto del Nazareno”. “Berlusconi è milanista, io sampdoriano: non abbiamo sempre le stesse idee. Se la pensassi esattamente come lui, probabilmente sarei Vice Presidente della Provincia, Presidente di IPS e un uomo di cui si parla bene negli ambienti PD. Ma come diceva Guccini, 'non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera'”.

Nei cinque anni al governo della Provincia, dal 2009 al 2014, Angelo Vaccarezza si è fatto più amici o nemici? L'ospite della trasmissione non ha dubbi: “Sicuramente più nemici, perché ho il bruttissimo difetto di dire quello che penso e pensare quello che dico, e in politica questo non ti fa fare tanta strada. Quando ritengo che qualcuno non sia all'altezza del ruolo, in qualche modo glielo faccio capire. Ho fatto una scelta cinque anni fa, di mettermi in condizione di essere un uomo libero a cui nessuno potesse tirare la giacca: mi sono pagato la campagna elettorale, cosa che fanno in pochi, e da allora ho sempre deciso di testa mia. Ho sbagliato tante volte, ma sempre di testa mia. Questa libertà ti conduce a prendere le decisioni che consideri le migliori, e non sempre i tuoi interlocutori si aspettano che tu sia un uomo libero. Nel 2001, da candidato a Sindaco di Loano, il mio manifesto diceva 'Un uomo libero senza padrini, senza padroni'. Questo ti fa apprezzare dalla gente, ma non da qualcuno che si aspettava qualcosa in cambio del voto”.

Alla provocazione, su chi sceglierebbe per andare in vacanza, tra i “rivali” nel centrodestra Marco Melgrati e Paolo Ripamonti, Vaccarezza, da politico navigato, riesce a svicolare bene. “Andrei serenamente in vacanza con entrambi”, risponde. “Dal punto di vista personale, ritengo di avere un rapporto di amicizia sia con l'uno che con l'altro. Da quello politico e amministrativo abbiamo magari visioni diverse – e poi sono tutti e due interisti, meglio che vadano loro due insieme, io andrei con Massimo Ferrero che mi divertirei di più. Una cosa è la politica e l'amministrazione, una cosa il rispetto personale”. Poi, la proposta. “Con Ripamonti e Melgrati ritengo sia necessario costruire un progetto comune: non immagino una campagna elettorale senza Ripamonti, Melgrati, Vaccarezza e Guarnieri, sarebbe perdente”. Tutti candidati? “Spero tutti candidati, spero tutti con un ruolo e domani, qualsiasi sarà il ruolo che ci daranno gli elettori liguri, lavorare insieme per costruire un progetto perché tutte queste persone diano il loro contributo. Sono tutti importanti, nessuno indispensabile”.

Sulla difficile scelta di un candidato comune per il centrodestra, in vista delle regionali, Vaccarezza non esclude l'uso delle primarie. “È una scelta delle segreterie dei partiti. Nel momento in cui non si dovesse trovare un candidato comune, una personalità che convince tutti, quella di fare le primarie non la vedo come l'ipotesi peggiore: non ne sono innamorato, non ne sono fan, ma se non ci sono alternative, far scegliere ai liguri alla gente non mi pare la cosa peggiore. Se si guarda il centrosinistra, si pensa che sia meglio non farle, ma loro pagano altri problemi, perché hanno già distribuito troppe cose. Il partito ha il diritto di fare scelte, la coalizione ha diritto di avere coordinatori regionali che fanno scelte. Però se non si trova una condivisione, andare a sentire opinione dei cittadini è una soluzione”.

Ma perché Vaccarezza ha partecipato alle elezioni per la nuova Provincia, e poi si è dimesso? “Abbiamo ragionato assieme al PD, perché in quasi tutta Italia si governano le province insieme, in coalizione. In fondo, si tratta di commissari fallimentari che stanno chiudendo un ente che ha competenze, ma non ha più soldi. Ho provato a fare governo di salute pubblica, ma non si può: non è possibile governare con il PD ligure, che ha primaria aperta sempre. Loro pensano sempre alle primarie, fanno tutto in quest'ottica. E non si può governare questa fase delicata della vita delle province pensando di essere sempre nelle primarie. Se la governino per conto loro, non a nome mio. Responsabilmente bisogna dare un contributo, così mi sono dimesso: è entrato Eraldo Ciangherotti che sta facendo uno splendido lavoro e dà voce ad Albenga, dato che il PD ha fatto fuori il suo candidato ingauno”.

In conclusione, le tre priorità della provincia di Savona, in prospettiva di elezioni regionali: “Primo, trovare l'unità di un progetto politico del centrodestra, mettere da parte i personalismi, con serietà e progetto comune. Secondo, andare incontro alle nostre aziende che sono in difficoltà, lo possiamo e lo dobbiamo fare tutti: Comuni, Provincia, Regione, parlamentari nazionali ed europei. Terzo, recuperare la speranza: credo molto negli italiani, nella grandezza di questo popolo, nei momenti di difficoltà abbiamo sempre dato il massimo. La gente è sempre meglio della classe politica che li rappresenta. Dopo le regionali, spero metteremo un po' di equilibrio e miglioreremo la rappresentanza in consiglio regionale”.

r.g.

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