Dal 13 dicembre scorso gli italiani potrebbero ritrovarsi a mangiare un pesto non prodotto in Italia. Il famigerato regolamento UE n.1169 del 2011, che ha introdotto l’obbligo di indicare gli allergeni nei menù dei ristoranti, ha invece cancellato quello di indicare sulla confezione il luogo di produzione degli alimenti.
L’Italia è corsa subito ai ripari, con il Disegno di Legge sull’etichettatura 2260 bis, che ripristina questa imposizione. La norma, come si legge sul sito www.unionalimentari.com, vale però:”solo per le imprese nazionali e non per tutti i prodotti commercializzati in Italia; questo comporta che le altre aziende Comunitarie sono libere di commercializzare gli stessi prodotti senza alcuna precisazione in merito all’origine/provenienza”.
Un disegno di legge che sembra quindi destinato a penalizzare le piccole e medie imprese, a favore delle grandi. Capita spesso, di trovare nei banchi frigo pesti prodotti da grandi multinazionali, che ora potranno tranquillamente venderlo nel nostro paese o all’estero, senza averlo prodotto in Italia, ma soprattutto senza l’obbligo di indicare dove. Un altro schiaffo, dunque, a chi difenda e cerca di esportare il vero Made in Italy.