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Attualità | 06 febbraio 2015, 18:46

Anche Donnedamare a Ceriale per dire No alle Aste e si alla tutela delle 30 mila imprese balneari

Anche Donnedamare a Ceriale per dire No alle Aste e si alla tutela delle 30 mila imprese balneari

Donnedamare, per l’impresa balneare, l’associazione che riunisce grande parte dell’imprenditoria femminile balneare italiana anche oggi era, grazie all’invito di Angelo Vaccarezza, ai Bagni Ceriale per la registrazione del servizio di Striscia La Notizia.

 

Una richiesta al governo da parte della Presidente di Donnedamare, Bettina Bolla, di corretta applicazione della Bolkestein, che, bisogna sottolinearlo, non prevede affatto l'evidenza di aziende avviate ma chiede ai paesi membri di farne aprire di nuove.

"Non si deve cadere nell’errore di scambiare la concorrenza per sostituzione di impresa" afferma Bolla,

"tutto il resto è e verrà considerato un tentativo di esproprio, che danneggia non solo gli imprenditori balneari, ma tutto l’indotto e che la nostra categoria combatterà anche perché le aste sono fatte per favorire  le multinazionali, che hanno messo gli occhi su un made in Italy che produce ricchezza e crea occupazione sul territorio. 

Dieci ettari di spiaggia, va ricordato, producono 3 milioni di euro di PIL l'anno. Per questo motivo le nostre aziende sono appetibili per i grandi gruppi, che standardizzeranno l'offerta, creeranno situazioni di monopolio e assumeranno anche manodopera non del posto, creando un danno senza pari all'economia e all'occupazione della regione. 

Basti pensare alle migliaia di giovani del posto che d'estate trovano l'impiego nelle nostre spiagge e che molto probabilmente saranno sostituite da manodopera a basso costo.

Abbiamo rivolto a Capitan Ventosa una domanda: “Ce lo chiede l’Europa? Opppure lo vuole il Governo italiano? evidenziando la diversità di trattamento tra gli altri paesi europei (105 anni la Spagna, 90 Croazia e 75 Portogallo) e chiedendo al governo di andare oltre le affermazioni che la nostra situazione rispetto alla Spagna è diversa. Non lo è, sappiamo infatti che la proroga in Spagna non è stata data solo per le proprietà private come compensazione dell’esproprio del 1988, ma è stata estesa dalla Ley de Costas a tutte le concessioni, proteggendo il legittimo affidamento e facendo diventare il turismo come uno dei fattori di crescita.

cs

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