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Attualità | 12 febbraio 2015, 09:30

Albenga finalmente si inizieranno i lavori nelle aree dell'ex ortofrutticola

Ippopotamo, Giraffa, no non siamo allo zoo ma stiamo parlando del progetto sulle aree dell'Ex ortofrutticola, arrivato, dopo 7 lunghi anni, alla fase definitiva. I lavori potranno iniziare presto. Ecco cosa sorgerà in quelle aree e cosa si farà degli oneri di Urbanizzazione

Albenga finalmente si inizieranno i lavori nelle aree dell'ex ortofrutticola

Ortofrutticola, un progetto che dura da anni. Siamo arrivati, finalmente, alla soluzione definitiva?

Pare proprio di si, e lo si afferma con un sospiro di sollievo, soprattutto da parte della società Vistamare che, paziente, attende da sette anni le decisioni di Sovraintendenza, Regione e le Amministrazioni comunali che si sono succedute.

Ormai poco importa che si possa parlare di “ippopotamo” o di “giraffa”, l’importante è che qualcosa si faccia affinchè l’ex ortofrutticola non sia più un rifugio per sbandati e senzatetto, che non sia più uno degli edifici abbandonati eterni incompiuti della città, per far si che via Dalmazia possa essere riqualificata, che i privati possano essere soddisfatti e che il milione e mezzo di euro previsto per gli oneri di urbanizzazione (già scomputato dei 500 mila euro previsti come contributo alla costruzione) possa essere impiegato in opere per la società.

“Si sono succeduti 4 progetti. Nel 2009 quello Tabbò, dignitoso ma senza stimoli, quelli del 2012e del 2013, due progetti ambiziosi e poi il progetto che è stato presentato questa sera. Un progetto che non darà una svolta decisiva all’immagine della nostra città e che quindi non posso apprezzare del tutto sebbene lo voterò. Volevamo creare un luogo nel quale vivere con orgoglio, realizzare eventi e da visitare, un luogo che avrebbe trasformato Albenga da città di pescatori a vera e propria città da visitare; purtroppo non è andata così” afferma Massimiliano Nucera consigliere di minoranza.

Come lui anche Rosy Guarnieri (Lega) che afferma “7 anni persi, un’altra società sarebbe già andata via, probabilmente non investiranno più sul nostro territorio”.

Ma ad oggi cosa prevede il progetto? E quale la volumetria? Sono i 55mila metricubi di cui si parla in alcuni progetti e tanto discussi? Sono i 74mila che ipotizzava ai tempi Rosy Guarnieri sindaco?

A chiarirlo una volta per tutte i tecnici: 60.180 metri cubi divisi in : 3 palazzine da 8 piani (una bella riduzione se si pensa al progetto che ne prevedeva 2 da 25 piani, poi limate a 10 piani ed oggi arrivate a questa altezza); ed una volumetria che si sviluppa in orizzontale, un “piccolo anfiteatro” che potrà ospitare 120 persone che potrà essere utilizzato anche per iniziative spontanee una grande terrazza, parcheggi (molti meno rispetto alle previsioni originarie passato da 11mila metri quadri  a 6 mila decisione dovuta al fatto che ci saranno anche meno aree commerciali, non più grande distribuzione ma media che rende necessari meno parcheggi).

E cosa sorgerà per l’appunto in questi edifici?

Un piano sotterraneo , forse il secondo ma molto ridotto per volere della sovraintendenza, e un primo piano dedicato ai negozi di medie dimensioni “Forse per non fare concorrenza all’IperCoop?” afferma Eraldo Ciangherotti e il resto alloggi residenziali.

E del milione e mezzo di euro di oneri di urbanizzazione? Afferma Cangiano “Denaro che investiremo nel Teatro Astor che sarà completato entro 3 anni e che sarà un edificio importante per la Città di albenga dove potranno essere fatti eventi e rappresentazioni, un importante centro culturale e giovanile.”

Oltre a questo il progetto prevede che una parte degli oneri verranno utilizzati per interventi in quell’area e per la viabilità: una nuova rotonda tra viale Otto Marzo e via Patrioti il rifacimento di altre rotonde e un semaforo intelligente tra viale Otto Marzo e via Pontelungo.

Abbandonato invece il progetto dell’ampliamento dell’Ester Siccardi, afferma Eraldo Ciangherotti (F.I.) “Il progetto sull’asilo doveva essere una priorita, sarebbe stato facilmente realizzabile ed era già stato progettato. I nostri bambini sono, infatti, costretti in spazi ristretti, non hanno una sala mensa e neppure un dormitorio, le aule di lezione vengono adattate dalle maestre ai vari scopi, sarebbe stato necessario aggiungere le tre classi previste. Il ministro Pinotti ci aveva fatto avere  un contributo per le scuole e sebbene politicamente non avessi simpatie, era stato un passo importante, l’On. Vazio potrebbe adoperarsi in tal senso”.

Mara Cacace

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