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Eventi | 03 marzo 2015, 08:30

Stop all'Omofobia a scuola: nessuno Uguale Tutti Uguali

Giovedì 5 marzo conferenza sul Bullismo omofobico

Stop all'Omofobia a scuola: nessuno Uguale Tutti Uguali

 

Giovedì 5 marzo alle ore 10.30 presso il Comune di Savona in Corso Italia 19, nella Sala Giunta Comune si terrà un incontro sul bullismo omofobico.

Nel corso dell’incontro verranno illustrati i motivi per cui chiediamo al Presidente del Consiglio e al Governo che sia rafforzata e data piena attuazione alla “STRATEGIA NAZIONALE per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 -2015)”

Interverranno

Mirko Principato : Presidente Apertamente (arcigay Savona)

Antonietta Toscano : Pedagogista membro del direttivo di Apertamente (arcigay Savona

 

 

Perché lesbiche, gay, bisessuali, trans devono stare male a scuola?“Le scuole devono essere luoghi sicuri, devono combattere gli atteggiamentidiscriminatori, creare comunità accoglienti, costruire una società inclusiva e permetterel’Educazione per Tutti.” (UNESCO 1994).La scuola pubblica, così come è stata delineata dalla nostra Costituzione, rappresenta illuogo privilegiato in cui riconoscere il diritto di tutti ad essere sostenuti nel cammino verso "ilpieno sviluppo della persona umana", attraverso la rimozione degli "ostacoli di ordineeconomico e sociale", che limitano di fatto "la libertà e l'uguaglianza dei cittadini". La scuolaè uno strumento di attuazione dell’articolo 3, perché a scuola vengono poste le basi affinchéogni bambino e bambina, ogni ragazzo e ragazza abbia tutte le opportunità per realizzarsi comepersona.Purtroppo in Italia per molti ragazzi e molte ragazze gay, lesbiche, bisessuali etransessuali così non è: la scuola non è un luogo sicuro, un posto dove trovare modelli positivisu cui progettare la propria vita. Anzi, la scuola può rappresentare il luogo in cui essere gay,lesbiche, bisessuali o transessuali significa essere esposti all’insulto, alla derisione,all’isolamento; un luogo in cui si impara che è meglio nascondersi per evitare violenza,bullismo, emarginazione.Un luogo in cui è difficile anche chiedere aiuto perché significa esporsi, non trovarel’appoggio dei compagni o degli adulti. Un luogo in cui il diritto all’istruzione passa in secondopiano, perché l’adolescente gay, lesbica, bisessuale e transessuale deve prima di tutto difenderela propria persona. Tutto ciò provoca gravi conseguenze, anche irreversibili, sul pianoeducativo ed esistenziale: forte disagio e paura di tornare a scuola, diminuzione del rendimentoscolastico, abbandono degli studi, emarginazione, livello basso di autostima, sentimenti didepressione e impotenza, rischio di tentato suicidio e suicidio.Le ricerche nazionali e internazionali parlano chiaro: il 4% degli studenti ha subitoripetutamente, con cadenza settimanale, atti aggressivi perché percepito come gay, lesbica,bisessuale o transessuale, soprattutto nel periodo che va dalla terza media al primo biennio dellascuola superiore; sono quindi circa oltre 100.000 le vittime di bullismo omofobico per annoscolastico. Ben un terzo dei giovani, che ogni anno si tolgono la vita, è costituito da gay,lesbiche, bisessuali e transessuali; inoltregay, lesbiche, bisessuali e transessuali tentano diuccidersi da due a tre volte più spesso rispetto agli e alle eterosessuali della stessa età, a causadella discriminazione e stigmatizzazione sociale.Per questi motivi le Associazioni che presentano questo documento da anni sono impegnate alavorare con le scuole e nella società per diffondere una cultura del rispetto, per dare visibilità elegittimità all’essere gay, lesbica, bisessuale e transessuale, sottolineando che non è unamalattia, né contro natura o una perversione, ma, come affermato già nel 1990dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’omosessualità è “una variante naturale delcomportamento umano”, che comporta l'attrazione affettiva e/o sessuale tra individui dellostesso sesso. Un lavoro faticoso, soprattutto in un Paese in cui non vi è alcuna tutela giuridicaper le coppie dello stesso sesso e non vi è ancora una legge che contrasti l’omofobia e latransfobia. Ma un lavoro che ha iniziato a dare i suoi frutti e grazie al quale molti studentihanno potuto ascoltare nelle loro scuole, in una dimensione positiva ed educativa, parole comegay, lesbica, omosessualità, bisessualità e transessualità, parole riferite a persone reali chepotrebbero conoscere o che conoscono già (compagni, sorelle e fratelli, genitori, insegnantiamici), rifiutando quegli stereotipi, che ancora troppo spesso nella nostra società sono fonte distigma e discriminazione.Purtroppo in questi ultimi tempi sembra essersi acceso un fuoco incrociato su chi stacercando di costruire un clima sociale di rispetto per la dignità delle persone gay, lesbiche,bisessuali e transessuali: movimenti, associazioni, gruppi religiosi oltranzisti e giornali fannocampagne martellanti cercando di creare allarme tra i genitori e i giovani per impedire che nellescuole si combatta l'omofobia e la transfobia e che ragazzi e ragazze, gay, lesbiche, bisessuali,transessuali e non, possano trovare nella scuola quella cultura che guarda al rispetto delledifferenze e alla negazione della violenza fisica, verbale e psicologica. In questo clima vengonosostenute le anacronistiche e pericolose “terapie riparative”, sulle quali l’Ordine degli Psicologiha preso una posizione forte e chiara: “Le‘terapie riparative’ e ogni teoria filosofica oreligiosa che pretenda di definire l’omosessualità come intrinsecamente disordinata opatologica, non solo incentivano il pregiudizio antiomosessuale, ma screditano la professione edelegittimano il loro impegno come professionisti per l’affermazione di una visione scientificadell’omosessualità, variante normale dell`orientamento sessuale”.Queste campagne si oppongono al lavoro voluto dal Consiglio d’Europa attraverso laStrategia Nazionale, che fatica a realizzarsi nel mondo della scuola ma, cosa ancor più grave,delegittimano e colpiscono ragazzi e ragazze, volendo riportare gay, lesbiche, bisessuali etransessuali in una condizione di esclusione sociale, privi di dignità e diritti.Di fronte a questa grave situazione chiediamo alle cittadine e ai cittadini del nostroPaese, al mondo della scuola, dell’università, della ricerca e della cultura di aderire al nostroappello affinché la scuola pubblica e laica, nata dalla nostra Costituzione, sia una scuola cheincluda, aperta alle trasformazioni sociali, un luogo fondamentale per contribuire allaproduzione di identità, di tutte le identità: eterosessuali, omosessuali, bisessuali e transessuali.Una scuola che faccia conoscere i problemi, le persone, le loro storie e le loro risorse, chesappia parlare di questi temi con i ragazzi e con le ragazze ma anche con i bambini e lebambine, trovando il linguaggio adatto per ogni età, anche perché sono sempre più numerose lefamiglie formate da persone dello stesso sesso che iscrivono e seguono i propri figli a scuola,che collaborano con il personale scolastico, che partecipano agli organi collegiali e alla vitademocratica di questa fondamentale istituzione. Una scuola che sia quindi attenta alla realtàspecifica e ai bisogni educativi dei bambini e delle bambine con un genitore omosessuale o condue mamme o con due papà, affinché non siano essi stessi vittime del pregiudizio omofobicoche colpisce i loro genitori. Per tutti questi motivi chiediamo al Presidente del Consiglio e al Governo che siarafforzata e data piena attuazione alla “STRATEGIA NAZIONALE per la prevenzione e ilcontrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere(2013 -2015)”, anche nella prospettiva del triennio 2016-2018; chiediamo infine che alla scuolasia data la possibilità di essere nel suo compito educativo uno spazio di elaborazione culturale esociale che risponda alle esigenze di cambiamento e che contribuisca a quella uguaglianzasostanziale tra tutti i cittadini, di cui il nostro Paese ha tanto bisogno.

RG

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