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| 22 aprile 2015, 17:00

Acqua, bene comune ottimale

Acqua, bene comune ottimale

Sembra che nel ponente savonese ci sia davvero una posizione bipartisan sulla questione ATO e sulla gestione del ciclo idrico. Con buoni auspici visto che l'acqua, bene comune, è sempre nelle mire di qualcuno che vuole renderla strumento di profitto. In ogni caso sarà la nuova amministrazione regionale, quella che uscirà dalle urne di fine maggio, a decidere sulla materia.

Si parla di ambito unico generale e, per contro, di sub-ambito. Quest'ultima soluzione è caldeggiata dai sindaci ponentini, che hanno convenuto la definizione di tre settori: uno per la Valbormida (che già fa caso a sé) e due costieri, Laigueglia-Borgio e Finale-Varazze. Per quanto SCA e Servizi Ambientali formulino ipotesi, traccino progettini o esprimano preferenze, è la politica che decide. In realtà, ha mancato di decidere sinora: infatti la Regione non ha ancora emesso la delibera che avrebbe autorizzato le gare per affidare il ciclo idrico integrato a soggetti pubblici.

Così, con il cambio di guardia, sarà la nuova compagine di via Fieschi a produrre le carte ed eventualmente istituire il sub-ambito di ponente. In assenza di atti per la difesa dell'acqua come bene comune, anche il ponente diventerebbe terra di concquista per l'Iren, con ragioni privatistiche più "muscolose" di quelle pubbliche. In barba al referendum del 2011 e al sentito comune, che vuole sottrarre l'acqua alle mire del mercimonio. Resta aperta (anche se legata al discorso del sub-ambito) la faccenda della depurazione dell'estremo ponente savonese, ma questa meriterebbe capitolo a sé (sanzioni europee, costi di allaccio all'impianto di Borghetto, ecc.).

Una concezione privatistica della gestione dell'acqua andrebbe a premiare clienti industriali e, specie nel Savonese, agricoli, con tariffe buone per chi si può permettere sconti-quantità e martellanti, invece, per i consumatori normali. Una buona parte dell'acqua dolce va all'agricoltura e all'irrigazione: solo una parte minima alle utenze civili. Il consiglio alla massaia di "non sprecare acqua" andrebbe rivolto, prima, ai proprietari delle coltivazioni: i sistemi di irrigazione, lungi da essere tarati per il risparmio, sono la vera voce di spreco. 

Felix Lammardo

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