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Agricoltura | 12 luglio 2015, 10:30

Caccia: nuove norme per salvaguardare coltivazioni e territorio

In assenza di risposte immediate, l'associazione savonese si accoda alla direzione nazionale proclamando lo stato di agitazione delle categorie

Caccia:  nuove norme per salvaguardare coltivazioni e territorio

Lunedì 13 luglio, il presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori Mirco Mastroianni consegnerà alla Prefettura di Savona un ordine del giorno deliberato dalla direzione nazionale per richiedere alle Regioni, Province e a tutti gli enti competenti dei territori maggiormente danneggiati da selvatici ed ungulati, radicali modifiche alla legislazione sulla caccia che miri prevalentemente alla salvaguardia delle coltivazioni  e del territorio agro–forestale.

Anche in Liguria l’emergenza relativa alla presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati, dei selvatici predatori nelle campagne ha determinato una situazione insostenibile, le imprese agricole colpite, ormai da anni sostengono spese e subiscono danni spesso mai risarciti.

Nella sola provincia di Savona i danni alle attività agricole sono in continuo aumento. Le incursioni dei selvatici si verificano nell'entroterra e sulla costa senza alcuna distinzione, rendendo le attività agricole definitivamente impraticabili.

Questo scenario che purtroppo si rinnova immutato da anni, oggi sembra complicarsi ulteriormente. A causa dello sciogliemento della Provincia e quindi i tagli dei fondi, dal 1 luglio sono state annullate le battute di caccia straordinarie e se la situazione dovesse perdurare fino in autunno, con il proliferare dei selvatici i danneggiamenti potrebbero essere addirittura incalcolabili.

La CIA di Savona, quindi, chiede che venga ripristinata la possibilità di effettuare le battute straordinarie su tutta la provincia, ricorrendo anche ad altre soluzioni. Se il corpo di polizia provinciale non può più essere usato, i responsabili dell'associazione chiedono che vengano utilizzati i coadiutori alla caccia sbrigativamente messi da parte negli anni precedenti.

Anche per quanto riguarda l'aspetto dei risarcimenti dei danni, la situazione non è certamente rosea. I tempi per le liquidazioni si sono allungati notevolmente, con il raggiungimento di oltre un anno di ritardo.

L'associazione chiede che siano dati certezza e forza al sistema di rimborso dei danni alle coltivazioni agricole perché non è pensabile che i danni vengano pagati con tempi incerti, con valori sempre più simbolici. Da pochi mesi, infatti, le aziende agricole danneggiate sono riuscite ad avere il saldo dei danni riconosciuti nel corso del 2014. E per il 2015 si calcolano nuovi peggioramenti. Con senso di responsabilità, infatti, il mondo rurale ha accettato i limiti più stringenti del contenimento dei danni, ma si teme che la percentuale di saldo possa essere inferiore all'anno precedente, senza contare l'incertezza sul totale delle risorse a disposizione e sui tempi degli impegni.

La CIA, quindi, chiede un adeguato incremento dei fondi capace di rispondere alle effettive perdite determinate dai danni, mentre invita le associazioni venatorie ambientaliste e animaliste ad evitare contrapposizioni, considerando con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori, in quanto soggetti che ricavano il proprio reddito dalla produzione agricola e dall’allevamento oltre che essere, nel loro lavoro, rispettosi dell’ambiente e del territorio.

In assenza di risposte immediate, l'associazione savonese si accoda alla direzione nazionale proclamando lo stato di agitazione delle categorie.

 

cs

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