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Agricoltura | 15 luglio 2015, 17:15

Florovivaistico, approvata in Commissione Lavoro alla Camera l'inserimento tra le attività stagionali

Giacobbe, Basso e colleghi:"Il riconoscimento di specificità è utile a dotare il settore di regole del mercato del lavoro più adeguate, con l’obiettivo di contrastare l’utilizzo del lavoro irregolare e aumentare la competitività del sistema delle imprese".

Florovivaistico, approvata in Commissione Lavoro alla Camera l'inserimento tra le attività stagionali

Approvata oggi in Commissione Lavoro alla Camera la risoluzione in merito all'inserimento tra le attività stagionali di quelle relative alla raccolta, alla cernita, alla lavorazione, al confezionamento e al trasporto dei prodotti del florovivaismo quale importante comparto dell'agricoltura italiana, comprendente il segmento dei fiori e fronde recise, delle piante in vaso da interno ed esterno e di quelle utilizzate per gli spazi a verde.

Affermano l'onorevole Anna Giacobbe, Lorenzo Basso, Ginato, Fiorio e Arlotti: "Il florovivaismo è un importante comparto dell'agricoltura italiana, comprendente il segmento dei fiori e fronde recise, delle piante in vaso da interno ed esterno e di quelle utilizzate per gli spazi a verde, e la produzione delle aziende florovivaistiche italiane è pari a 2,6 miliardi di euro (media biennio 2012-2013), suddivisa in 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e 1,3 miliardi per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti), rappresentando quasi il 5 per cento della produzione agricola totale (in contrazione rispetto al quinquennio 2008-2012, quando era del 6 per cento) e deriva per il 50 per cento dai comparti fiori e piante in vaso e il restante 50 per cento da piante, alberi e arbusti destinati alle sistemazioni di spazi a verde".

"Il piano nazionale del settore florovivaistico 2014/2016 attesta - proseguono - che «negli ultimi anni il comparto ha risentito in misura evidente della minore disponibilità di spesa delle famiglie italiane, per cui sia i fiori recisi sia le piante, alberi e arbusti già dal 2009 hanno subito una decurtazione delle spesa pro capite. Per i fiori recisi che risentono maggiormente del minor potere d'acquisto dei consumatori, la diminuzione nel 2009 e nel 2010 è stata, infatti, di quasi un punto superiore a quella delle piante, alberi e arbusti. Negli anni successivi, il 2012 e il 2013, gli acquisti hanno registrato per l'intero aggregato di fiori, piante, alberi e arbusti flessioni più o meno significative a seconda dell'area geografica. Se si osserva la spesa media annua per acquirente nel periodo tra il 2008 e il 2012 è evidente la difficoltà a soddisfare l'acquisto di fiori e piante ornamentali, a fronte di una spesa per beni alimentari che si contrae (nel 2013 -3,1 per cento in valore e -1,3 per cento in quantità – dati ISMEA). Infatti il valore passa dagli oltre 87 euro per singolo acquirente agli 80 euro del 2012 (-9,2 per cento rispetto al 2011). Per i fiori la decurtazione rispetto al 2011 è del 5 per cento, mentre quella per piante, alberi e arbusti arriva al 13 per cento. In valore, nel quinquennio esaminato, si contrae di quasi 8 euro per le piante rispetto al 2008 e di quasi 5 euro per i fiori recisi. Nei mesi di rilevazione dei consumi del 2013 la spesa media per acquirente è stata inferiore rispetto al corrispondente periodo del 2012 nei mesi di marzo aprile e dicembre".

"All'interno del comparto florovivaistico, il settore del commercio all'ingrosso, del trasporto, dell'esportazione, dell'importazione e della lavorazione dei fiori freschi recisi, delle fronde verdi e delle piante in vaso è fortemente caratterizzato dalla stagionalità che deriva dalla tipicità dei prodotti la cui lavorazione, condizionamento e commercializzazione è direttamente riconducibile, nel corso dell'anno, al preliminare lavoro di produzione agraria che è caratterizzato, per la natura dei prodotti, da più cicli stagionali, come riconosciuto dalla contrattazione collettiva nazionale di settore".

"Il settore del commercio floricolo - continuano - rappresenta una componente significativa della PLV dell'agricoltura italiana con i suoi 140 milioni di euro di prodotti esportati oltre a coprire con i suoi 2.200 milioni di euro il fabbisogno del mercato interno. Inoltre, il comparto commercio rappresenta l'indispensabile supporto strategico al settore agricolo di tutta la produzione florovivaistica. Il commercio nazionale dei fiori sconta, sui mercati europei, un'agguerrita concorrenza da parte del sistema commerciale olandese agevolato dalle normative doganali dell'Unione europea che hanno di fatto liberalizzato a dazio zero le importazioni dai Paesi extracomunitari (Africa equatoriale e America Latina in primis) in via di sviluppo e da normative sul lavoro più agevolanti".

"D’altro lato, anche attraverso il Piano Nazionale del Settore Florovivaistico 2014-2016, il Ministero competente, in relazione con il Tavolo di Filiera, ha proposto linee guida per rilanciare le attività e sostenere “obiettivi e azioni di Piano” innovative, il settore è caratterizzato da forte variabilità stagionale delle produzioni, come dimostra l’andamento del fatturato nelle diverse regioni, e gli andamenti dell’occupazione, con una differenza di quasi il 150% tra i mesi con i valori più bassi e quelli con i valori più alti".

"Il riconoscimento di specificità, quali l’incidenza della stagionalità è utile a dotare il settore di regole del mercato del lavoro più adeguate, con l’obiettivo di contrastare l’utilizzo del lavoro irregolare e aumentare la competitività del sistema delle imprese, impegna il Governo a inserire tra le attività stagionali da individuare con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ai sensi dell’articolo 21, comma 2, del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, quelle relative alla raccolta, alla cernita, alla lavorazione, al confezionamento e al trasporto dei prodotti del florovivaismo" conclude l'onorevole Anna Giacobbe, Lorenzo Basso, Ginato, Fiorio e Arlotti 

 

c.s.

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