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Savona | 22 luglio 2015, 13:30

Pronta disponibilità per trasporti ed emergenze per tutti gli infermieri, ma manca la formazione

“Non siamo stati formati per affrontare queste emergenze. Ci si chiede di intervenire anche in trasporti pediatrici e di pazienti psichiatrici, sono necessarie competenze particolari e dobbiamo essere messi in condizioni di poter agire” Affermano gli infermieri dell'area cardiologica di Pietra Ligure, ma la situazione riguarda tutti i 4 ospedali della Provincia

Pronta disponibilità per trasporti ed emergenze per tutti gli infermieri, ma manca la formazione

Arriva il decreto che impone la pronta disponibilità per trasporti ed emergenza per tutti gli infermieri da condividere con il personale del pronto soccorso.

In pratica il personale infermieristico di ogni reparto sarà chiamato in caso di emergenza (presenza di diversi codici rossi) e necessità di effettuare trasporti a prestare il proprio servizio .

Una questione della quale si era già sentito parlare, ma, per la quale, gli interessati non sono stati adeguatamente informati e formati.

Questo quanto emerge dalle dichiarazioni e dalla lettera aperta degli operatori dell'area cardiologica di Pietra Ligure, ma che può essere traslata in tutte e 4 le realtà ospedaliere della Provincia di Savona.

“Il problema non è solo dato dal fatto che in particolare Pietra Ligure è stata esclusa per 10 anni dalla reperibilità per esservi poi ripiombata senza praticamente preavviso, il fatto è che non siamo stati formati adeguatamente per affrontare questa situazione e ciò crea un pericolo, non solo per i pazienti, ma anche per noi infermieri”.

Continuano poi in una lettera aperta “ A estate inoltrata, in condizioni di urgenza  cronica , è giunta agli operatori dell'area cardiologica  una delibera riguardante un piano di pronta disponibilità per trasporti ed emergenza da condividere con il pronto soccorso. Questa delibera nasce senza concertazione con la componente sindacale RSU . La Dirigenza ASL 2 ha sostenuto, negli incontri  con gli operatori , che fosse un piano di cui si discuteva almeno da un anno.
Ebbene, nel totale rispetto di una azione che seppure forzata intende comunque migliorare sicuramente condizioni organizzative legate all'emergenza, gli infermieri  si  interrogano e pongono quesiti che al momento non hanno trovato completa risposta.”

“Come sempre gli operatori interessati non vengono mai consultati in tempi adeguati, per cui la delibera nasce e richiede una adesione  immediata senza considerare l'aspetto formativo, in quanto gli operatori non hanno effettuato aggiornamento in merito a queste nuove attività praticate in urgenza come trasporto e codice rosso in pronto soccorso.” Questa dunque la questione e la problematica principale, ma non la sola.

Come sempre, si prevede, inoltre, una completa adesione  senza considerare problematiche oggettive e soggettive ovvero: limitazioni fisiche , legge 104 per familiari , personale in parttime, problematiche nella gestione della prole di età inferiore ai 12 anni, con genitori entrambi infermieri di cui già uno adempie a turnazioni in reperibilità all'interno dello stesso nosocomio o esternamente”. Non solo, infatti un problema può sorgere anche in relazione al numero delle ore che gli infermieri saranno chiamati a fare “Ci teniamo anche a ricordare che si è aderito di recente al progetto CAI che prevede la copertura turni mancanti su base volontaria. Con conseguente aumento delle ore lavorative mensili.”

 

Come evidenziato, poi, la problematica della formazione interessa anche tematiche particolari “
Ci si chiede  perchè, all'interno della stessa Asl, vi siano delle differenze oggettive di applicazione della delibera, visto che, asserito dalle RSU, presso il nosocomio pietrese, i trasporti non trovano distinzione in merito alla competenza e dunque si procede alla gestione del paziente psichiatrico e  del paziente pediatrico, mentre nel nosocomio Savonese pare non avvenga. Viene da se dunque una ulteriore necessità formativa in merito.”
Concludono poi gli infermieri “Ben inteso, che ogni infermiere richiamato a questo obbligo comprende la necessità di revisione di alcuni protocolli e comportamenti e conosce il proprio ruolo; non si oppone, non rifiuta la nuova delibera ma sicuramente poteva esserci un altro modo per ottenere risultati adeguati senza creare incertezza , paura e impotenza.
Nonostante tutto, nonostante gli incontri con le RSU, ognuno di noi si sente solo in questa piccola guerra nell'era della sopravvivenza lavorativa.”

Mara Cacace

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