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Politica | 04 agosto 2015, 11:15

Giunte di indagati per Tirreno Power, il Meetup di Vado e Quiliano: "I sindaci facciano un passo indietro"

"Essere oggetto di indagini e di sospetti relativi ad una presunta inadeguatezza o superficialità nell’adempimento delle pubbliche funzioni, lede irreparabilmente il rapporto di fiducia tra amministratore a cittadini"

Giunte di indagati per Tirreno Power, il Meetup di Vado e Quiliano: "I sindaci facciano un passo indietro"

“Chiediamo ai sindaci di compiere un duplice passo indietro, come atto dovuto e gesto di lealtà e consapevolezza nei confronti della cittadinanza e dello Stato”. Ad intervenire in merito all’inchiesta relativa alla Centrale Tirreno Power in cui risultano indagati i primi cittadini di Vado Ligure Monica Giuliano e di Quiliano Alberto Ferrando, è il Meetup Amici di Beppe Grillo. Il gruppo si rivolge anche ai predecessori Attilio Caviglia, Carlo Giacobbe e Nicola Isetta. Lo scorso venerdì 31 luglio in sede di consiglio comunale il gruppo "Vivere Vado" dei consiglieri Giovanni De Merra e Roberto Cuneo, aveva presentato una interpellanza diretta alla giunta per chiedere all'amministrazione un "segno di consapevolezza" e motivazioni dell'iscrizione al registro degli indagati. Il primo cittadino vadese Monica Giuliano aveva affermato: “Convinti di aver operato le scelte più corrette, ma risponderemo nelle sedi opportune. Per l’accusa si tratta di abuso d'ufficio per una delibera revocata".

Ad intervenire in merito è il Meetup Amici di Beppe Grillo di Vado Ligure e Quiliano, non soddisfatto di quanto emerso in consiglio comunale dalla giunta. "Essere oggetto di indagini e pertanto di sospetti relativi ad una presunta inadeguatezza o superficialità nell’adempimento delle pubbliche funzioni, lede irreparabilmente il rapporto di fiducia e rappresentanza che dovrebbe legare amministratore a cittadiniaffermano - L’inchiesta della Procura si inserisce in un già delicatissimo quadro locale e le contestazioni mosse agli Amministratori derivano dall’assunto che, per Legge, essi sono i responsabili della salute pubblica. Ci rivolgiamo ai diretti interessati (ben 86 tra dirigenti aziendali, pubblici amministratori e funzionari di Comuni, Provincia, Regione) chiedendo, come possano le persone coinvolte svolgere con sufficiente serenità ed efficienza i rispettivi ruoli istituzionali, senza avvertire un inaccettabile stridore morale e di immagine, di fronte ad una cittadinanza che si aspetta amministratori idonei a tutelare un diritto fondamentale: la salute”.

Debora Geido

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