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Attualità | 26 agosto 2015, 07:00

L'ombra di un inceneritore sulla Provincia di Savona: scatta la petizione su Change.org contro lo "Sblocca Italia", per "Vivere Vado" è il "momento di agire"

Il gruppo di Vado Ligure: "Il Comune in pole position per la presenza di una centrale dismessa, ora occorre un Movimento organizzato che faccia pressione sulle amministrazioni comunali per ridurre lo spazio di mercato degli inceneritori". Interviene anche il Meetup Amici di Beppe Grillo di Vado Ligure e Quiliano

L'ombra di un inceneritore sulla Provincia di Savona: scatta la petizione su Change.org contro lo "Sblocca Italia", per "Vivere Vado" è il "momento di agire"

Inceneritore in Liguria, scatta la petizione su Change.org contro lo "Sblocca Italia". Il Decreto applicativo dell’art. 35 che prevede 12 nuovi inceneritori di cui 1 in Liguria, in particolare in provincia di Savona (tra i candidati i Comuni di Vado Ligure, Bragno, Cisano sul Neva) è diventato oggetto di una nuova lotta sul web. La petizione on line, che ha già raggiunto quasi le 2.000 firme, "chiede che LA REGIONE LAZIO e TUTTE LE ALTRE REGIONI NON APPROVINO lo schema di Decreto attuativo ai sensi dell'art. 35 detto "SBLOCCA ITALIA" (il link). Inoltre è previsto per il prossimo 9 settembre un presidio nazionale in piazza Montecitorio a Roma, organizzato dalle sigle aderenti al Movimento Legge Rifiuti Zero, per sostenere: "NO INCENERITORI – NO DISCARICHE. SI AL RIUTILIZZO – SI AL RICICLO".

La battaglia contro l'inceneritore si solleva proprio da Vado Ligure, Comune che rischia di accogliere l'impianto, dove per il gruppo “Vivere Vado” è il momento di agire: “Occorre un Movimento organizzato dei tanti Gruppi Consiliari, Comitati, Reti, Associazioni, singoli cittadini che, consapevoli e uniti dalle premesse precedenti, faccia pressione sulle amministrazioni comunali per ridurre lo spazio di mercato degli inceneritori e quindi alzare l’asticella della percentuale di raccolta differenziata.

E continuano dal gruppo: “Perseguire il 50%, come ad esempio sta facendo l’amministrazione comunale vadese con un imminente progetto di raccolta di prossimità, costituisce certo un obiettivo di miglioramento rispetto allo stato attuale, ma in realtà è una scelta miope e colpevole; siamo in tempo per modificare il progetto  arrivando a percentuali di riciclo molto superiori e oltrepassare almeno il 65%, come da indicazioni dell’ Europa per il 2012 e come  già ottenuto da moltissimi esempi di località, anche vicine a noi”.

“Intanto, da subito, Vivere Vado chiama a raccolta quanti intendono condividere questa iniziativa nei propri Comuni. Partire da Vado non è casuale: siamo in pole position come sede del futuro inceneritore per la presenza di una centrale dismessa, nei cui spazi potrebbe facilmente essere collocato un inceneritore che potrebbe anche utilizzare parti di impianto esistenti. Un progetto contrario all’interesse dei cittadini. Se saremo capaci di organizzare un’azione virtuosa di alta responsabilità raggiungendo un’elevata percentuale di raccolta differenziata, di fronte alla proposta di un inceneritore, potremo avere una ragione in più per dire: “No grazie, siamo cittadini e amministratori responsabili, l’inceneritore non ci serve perché produciamo un minimo residuo secco”. L’inceneritore non va fatto, ma se lo si vuole fare, che lo si faccia dove c’è una minore percentuale di riciclo e quindi una  grande quantità di rifiuti.

Anche il Meetup “Amici di Beppe Grillo di Vado Ligure e Quiliano” si unisce a quanti hanno già alzato voce ed attenzione contro la realizzazione di quelle che vengono definite “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale” che secondo il Meetup “rappresentano l’ennesimo pericolo per ambiente e salute dei cittadini”.

In questo quadro monitoreremo le posizioni e le dichiarazioni degli amministratori locali e sensibilizzeremo e informeremo massivamente la cittadinanza riguardo all’ennesimo provvedimento che rischia di portare al tracollo un territorio già allo stremo e una tutela della salute pubblica che non ha rappresentato per i nostri sindaci, una priorità. Il nostro non vuole essere solo un No agli inceneritori, ma un SI alla differenziata, e un SI ad amministratori locali che almeno una volta non invochino lo spauracchio dell’ “immobilismo” per avvallare scellerate e rischiosissime realizzazioni, salvo, tra qualche anno, dichiarare che non ne erano a conoscenza".

“Per il Governo l'indifferenziato deve essere necessariamente bruciato, come se fosse una direttiva europea. Peccato che la direttiva europea dica l'opposto e l' incenerimento sarà sempre più marginale nel futuro. Ultima domanda. Chi pagherà le multe per le ennesime infrazioni europee che arriveranno da questo scellerato decreto attuativo?  Nel decreto Sblocca Italia messo a punto dal nuovo ministro Gian Luca Galletti la musica non cambia, e si prevede persino la costruzione di nuovi impianti “di termotrattamento”, che nel documento vengono definiti “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”. Per il Movimento 5 stelle i tre provvedimenti – dl 91, collegato ambientale e Sblocca Italia sono tre fronti diversi, anche se collegati, che costituiscono “un vero e proprio attacco all’ambiente da parte del Governo”, che andrebbe invece a favorire le società che gestiscono e realizzano gli impianti, danneggiando la salute dei cittadini”.

Obbligo di incenerimento del rifiuto urbano residuo (RUR). E’ quanto previsto dal Decreto applicativo dell’art. 35 dello “Sblocca-Italia”. A fare una valutazione è il Coordinamento Ligure Gestione Corretta Rifiuti che afferma: “Lo schema di decreto è costruito in modo da valutare le 'necessità di ulteriore capacità di incenerimento' nelle diverse aree”.

Si tratta di un documento irricevibile che presuppone che il rifiuto urbano residuo (RUR) debba comunque passare attraverso sistemi di trattamento termico (incenerimento ed affini). E’ non c’è niente, niente, NIENTE che attesti un tale obbligo nelle Direttive UE, citate a sproposito e capziosamente in diverse parti del Documento, quasi a giustificare che una tale strategia scellerata sia imposta dalle strategie comunitarie. Non è così, e sfido Ministro e tecnici a confrontarsi su questo assunto scellerato. Presuppone inoltre che nel merito tecnico, tanti passaggi di calcolo sono assolutamente errati, artificiosamente errati, ed al solo scopo strumentale di massimizzare le necessità di ulteriore incenerimento".

E concludono: "Nessun Ministro, e nessun Paese UE, era mai arrivato ad individuare un obbligo di incenerimento del RUR. Galletti, evidentemente mal consigliato, si è spinto a tanto”.

Debora Geido

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