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Solidarietà | 27 agosto 2015, 10:24

Emergenza Cinghiali: Protezione Animali "iniziative errate da pèarte delle Autorità"

" Invece di mantenere senso della misura e razionalità, i recenti gravi episodi sono divenuti semplicemente l’occasione per ampliare la caccia al cinghiale"

Emergenza Cinghiali: Protezione Animali "iniziative errate da pèarte delle Autorità"

   Nella polemica sulle incursioni di cinghiali nelle campagne e nelle città, stupiscono le iniziative errate delle “autorità competenti”, che avrebbero invece dovuto, secondo la Protezione Animali savonese,  subito dopo il triste caso di un uomo ucciso da un cinghiale a Cefalù:

      1)    Informare SUBITO i cittadini sui comportamenti corretti da seguire in caso di incontro con animali selvatici;

2)    Incaricare istituti scientifici riconosciuti di condurre censimenti e monitoraggi sulla popolazione di cinghiali,  per avere un quadro della situazione il più realistico possibile;

3)    Commissionare studi scientifici sul fenomeno per ricercare soluzioni efficaci e durature.

        Mentre per i punti 2 e 3 occorrerà aspettare la nascita di una nuova classe politica più attenta alla soluzione dei problemi che ai voti dei sempre meno cacciatori, per il punto1 i volontari della Protezione Animali stanno predisponendo un foglio di istruzioni su come comportarsi quando si incontra  un cinghiale in un bosco, poche nozioni che possono trasformare uno scontro in un affascinante incontro.

        Invece di mantenere senso della misura e razionalità, i recenti gravi episodi sono divenuti semplicemente l’occasione per ampliare la caccia al cinghiale, dimenticando (?) che è proprio la caccia la causa di quanto accade; uccidere gli animali infatti è controproducente, come dicono studi scientifici colpevolmente ignorati che provano che le perdite vengono velocemente compensate dall'arrivo di nuovi esemplari e le battute di caccia provocano la dispersione dei branchi sul territorio, aumentandone la capacità riproduttiva perché ne alterano la struttura sociale. Dopo decenni di politiche fallimentari e filovenatorie  si è  quindi di nuovo persa l’occasione di voltare pagina, evitando altri inutili spargimenti di sangue - umano ed animale -  ed un ulteriore sperpero di risorse pubbliche per "soluzioni" che non risolvono nulla.

Ininfluenti infine le ordinanze a pioggia emesse da alcuni sindaci di divieto di foraggiamento dei cinghiali in città; questi animali, abituati da anni dal rifornimento nelle zone di caccia di tonnellate di scarti alimentari da parte dei cacciatori – senza che nessuna autorità abbia detto o dica nulla – per tenerli legati al loro territorio di caccia, ormai associano l’uomo al cibo e, quando nelle campagne ce n’è poco come d’estate, scendono in città a cercarlo; e non è certo il sacchetto di pane secco gettato da un ponte (meglio però non farlo) che li attira e li sfama ma la presenza di rifiuti di ogni genere.

rg

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