"No all’incenerimento di rifiuti dentro o fuori la Regione Liguria". E’ questa la richiesta avanzata dal “Coordinamento ligure per la gestione corretta dei rifiuti”, in una petizione popolare indirizzata al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al Presidente della Commissione Ambiente della Camera On. Ermete Realacci e del Senato sen. Giuseppe Marinello.
“L’articolo 35 della legge 164 del 11.11.2014 dello Sblocca Italia, spiega il Comitato, interferisce coi programmi regionali e interviene sull’autonomia della Regione Liguria, imponendo un impianto di incenerimento non previsto dal Piano Regionale Rifiuti del 25 marzo 2015. Definendo, infatti, gli inceneritori “infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale”, prevede che il Consiglio dei Ministri decida in merito, anche contro il parere del Consiglio Regionale, provocando un ulteriore innalzamento dell’inquinamento atmosferico (metalli pesanti, diossine, particolato ultra-fine) e azzerando l’impegno dei cittadini virtuosi, con gravi ricadute per la salute e l’economia”.
“Sapendo che la popolazione ligure, sottolinea il Comitato, è stata per decenni inquinata, avendo sul suo territorio, densamente abitato e a prevalente vocazione turistica, ben tre centrali a carbone, con ricadute negative sull'ambiente e sulla salute, riteniamo inaccettabile che si ipotizzino altre fonti inquinanti come quelle degli inceneritori, su un territorio già pesantemente provato e che richiederebbe invece una bonifica. Diffidiamo dall’usare il sito Tirreno Power di Vado (SV) o altri per incenerimento o combustione di CSS.
“Esistono poi, spiega il Comitato, scenari operativi alternativi, impianti a freddo con recupero di materia, "Fabbriche dei Materiali", praticabili e praticati, che costano molto meno, si costruiscono più velocemente, comportano più posti di lavoro, non inquinano con danni alla salute e all’ambiente, emettono meno gas serra, permettono di risparmiare energia in quantità tripla”.