Quella stradale è la peggior forma di nervosismo urbano. Le cronache rigurgitano di episodi banali, ma anche dai risvolti gravi o pericolosi, che vedono gli utenti della viabilità fronteggiarsi corpo a corpo. Il caso Brumotti ha fatto scalpore e adesso è la volta del pedone 44enne di Varazze, aggredito da un giovane automobilista che lo ha mandato in rianimazione al Santa Corona. Fanno rumore solo le vicende più eclatanti, anche se gli scontri verbali quotidiani da strada sono innumerevoli.
Storie di ordinaria follia, altro che raptus. Difficile trovare un automobilista o un motociclista esente dalla fregola di premere, dall'impulso di sbraitare e inveire. La strada tira fuori istinti bassi e accomuna il medico al manovale, l'impiegato all'imprenditore, e così via. I patentati gentili stanno diventando una rarità, retaggio di epoche meno selvagge. Per i più assennati, la babele viaria è diventata un patema.
Finché l'educazione stradale sarà relegata alle scuole guida, che già fanno tanto per instillare buon senso e non solo nozioni, oppure alle esortazioni della poltrada, non ci sarà una dimensione culturale veramente diffusa per rendere più civile il traffico sugli asfalti cittadini. Ammesso, poi, che anche gli stranieri più impulsivi vogliano adeguarsi al sistema.
Felix Lammardo