Una mentalità rasoterra

In molti si sono cimentati ad infiorettare la notizia del divieto di palleggio nelle piazze di Finale Ligure. Suona un po' singolare il regolamento di polizia urbana, là dove proibisce passaggi aerei e cross per scongiurare pallonate in testa ai passanti o contro chi sorseggia il caffè seduto in un dehor di Piazza della Vittoria. Ci si aspetterebbe un divieto secco, perentorio, piuttosto che parziale: e invece sì al tiki taka, no a sollevare la sfera da terra. Altro che rimproveri a voce, si rischia una multa sino a 500 euro.

In realtà, al di là del giro social che ha fatto la foto del cartello ("non è consentito compiere evoluzioni"), di divieti del genere ce ne sono in tutta la Riviera, emanati con ordinanza sindacale oppure solertemente affissi da amministratori condominiali ovvero ancora ratificati dalle regole della municipale. Perché se non c'è buon senso, specialmente tra i genitori che dovrebbero sorvegliare i bambini legittimamente scalmanati, scatta qualche forma di imposizione dall'apparenza più o meno legale (e soffocante).

Incatenare i ragazzini al rasoterra, quando hanno un pallone fra i piedi, equivale ad annientare la poesia del gioco. E la libertà di crescere che, incredibilmente, si esprime anche nel fervore di un passaggio acrobatico sbagliato. Meglio sarebbe stato proibire del tutto il giuoco del pallone nelle piazze: misura draconiana, ma meno ruffiana. "Sì, piccolo, puoi passare il pallone, ma senza evoluzioni. Altrimenti c'è una multa da 75 a 500 euro. Con il sequestro della palla". Il paternalismo più ricattatorio e miope che si possa immaginare.

Quanto al divieto di girare sui pattini e skate, quella è storia vecchia. Già nel 2012 il Comune di Finale Ligure proibiva i "veicoli a propulsione umana" durante la stagione estiva. Il fronte che vuole un paese per vecchi è sempre arzillo. Bisognerebbe capire bene da dove escono certe decisioni. Da quali teste. Forse bersagliate da una pallonata. Certo non lucide.