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In Breve

| 20 giugno 2016, 10:15

La raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Savona e Provincia: primi dati significativi e considerazioni dei “Verdi” su “zero waste”

Purtroppo la situazione è critica non solo a Savona ma anche nel resto della Provincia perchè, nonostante l'entusiasmo dell' Assessore, il numero dei Comuni virtuosi è aumentato di poco: sono circa una decina su ben 69 Comuni

La raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Savona e Provincia: primi dati significativi e considerazioni dei “Verdi” su “zero waste”

L'Assessore Regionale all'Ambiente Giampedrone ha iniziato a rendere pubblici i dati

 significativi - 2015 - della  raccolta differenziata dei rifiuti urbani (RSU) nei Comuni liguri a partire da Savona (31,62%) e Genova (34,57 %), ricordando quanto verranno penalizzati, con più tasse , tutti quelli che non raggiungeranno gli obiettivi previsti dalla legge (sanzioni di 25 Euro a tonnellata per ogni punto di differenziata in meno): i sacrifici , data la situazione, verranno sentiti molto di più dalle famiglie  già in difficoltà economiche.

Purtroppo la situazione è critica non solo a Savona ma anche nel resto della Provincia perchè, nonostante l'entusiasmo dell' Assessore, il numero dei Comuni virtuosi è aumentato di poco: sono circa una decina su ben 69 Comuni.

Calice Ligure, raggiungendo in poco tempo l'82,06 % ha dimostrato capacità organizzative veramente lodevoli, ma è stato imitato da pochi altri. 

Il problema del nostro Capoluogo si estende quindi sulla generalità degli altri Comuni  che , entro il 2016 , dovranno comunque cambiare registro.

Tutti, entro il 30 marzo scorso, dovevano già obbligatoriamente presentare i nuovi piani necessari a raggiungere, secondo la nuova legge, almeno gli obiettivi del 45% di differenziata a fine 2016 e del 65% nel 2020.

Di questi “piani”si sa molto poco perchè tanti assessorati non hanno ancora programmato i dibattiti pubblici essenziali al necessario coinvolgimento della popolazione.

Alcune indiscrezioni indicano un orientamento generalizzato dei “piani” verso il sistema “porta a porta”, certamente efficace per raggiungere dei risultati che, dove è stato adottato, si aggirano intorno al 60%. Ma tutti sanno che l'obiettivo ottimale, ovvero quello che potrebbe far avvicinare al noto “zero waste-rifiuti zero” ( 100% nel recupero di materiali pregiati , maggior guadagno per  riciclo con più lavoro pulito, meno tasse e meno inquinamento) è senza dubbio il sistema di raccolta con tariffa “puntuale” , dove giustamente ognuno paga solo per i rifiuti che produce.

L'organizzazione di questo sistema richiede ovviamente più tempo ed un impegno finanziario iniziale, ma funziona bene dove è già stato adottato (maggior salute pubblica e  ritorno economico certo)  : Parma il 72%- Trento l'80% di differenziata.

Per i piccoli Comuni vicini a noi vale l'esempio di Tovo San Giacomo (74,24% già nel 2014).

In Toscana si fa notare Capannori (84,61%  nel 2014).

In Europa( Danimarca,Belgio,Olanda,Austria,Germania) la “tariffazione puntuale” è ormai obbligatoria per legge.

Perchè noi siamo ancora troppo indietro e paghiamo più tasse? Perchè abbiamo rinunciato a tanti posti di lavoro?

L'Assessore Giampedrone dovrebbe avere il coraggio di ricordare, a tutti, quali amministratori e quali forze politiche nel recente passato hanno dormito sul problema, puntato nel frattempo,malauguratamente,  su discariche e inceneritori: sistemi gravemente inquinanti, ormai in via di abbandono in tutti i Paesi civili, dove si preoccupano sul serio della salute dei cittadini e vogliono creare nuovi posti di lavoro eco-sostenibile.

 

Il Portavoce dei “Verdi” della Provincia di Savona,

Gabriello Castellazzi

cs

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