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Savona | 26 giugno 2016, 16:07

L'eccidio sul Monte Manfrei: il ricordo di Roberto Nicolick

L'eccidio sul Monte Manfrei: il ricordo di Roberto Nicolick

Ore 10 di domenica 26 giugno, sul Monte Manfrei un centinaio di persone di tutte le età, giovanissimi, giovani e anche meno giovani sono in una radura, all'ombra di un grande Crocefisso e di due pennoni.

Una leggera nebbiolina sta salendo dalla valle, un drone ci tiene compagnia con il suo ronzio mentre riprende dall'alto la scena, gli sguardi di tutti sono sull'altare dove un frate , vestito del suo saio, sta officiando la S. Messa.

Le parole dell'officiante sono improntate alla pacificazione, al perdono ma anche al ricordo. Già, anche al ricordo, perchè in questa zona, su questi sentieri, in questi aspri boschi, si consumò uno dei più feroci eccidi a guerra finita.

Circa 200 giovanissimi militari della Repubblica Sociale Italiana , in diversi momenti vennero massacrati dai partigiani comunisti ed occultati in diverse e numerose fosse comuni, anche alcuni abitanti del posto parteciparono alla mattanza per poter dire, c'ero anch'io e soprattutto per partecipare alla spartizione del bottino : poveri effetti personali e abbigliamento militare oltre alle scarpe dei morti. Il Bric Manfrei in quei giorni divenne un gigantesco sudario di sangue della meglio gioventù.

Di questi 200 , solo una sessantina di spoglie vennero trovate nel corso degli anni, degli altri non si sa nulla.

Ecco perchè ogni anno, a fine giugno, da circa 70 anni, decine di persone vengono qui da tutta Italia a ricordare, non ad odiare, ma solo a ricordare con una Messa e con una alzabandiera quei 200 ragazzi colpevoli solo di aver fatto la loro scelta, una scelta difficile, scomoda, pericolosa e che li portò alla morte.

Fu un eccidio crudele e soprattutto inutile, quel reparto di giovani, scarsamente addestrati e peggio armati non rappresentavano più una minaccia per le forze partigiane. Chissà cosa frullò nella testa degli assassini mentre nel corso dei giorni, procedevano nella strage di questi ragazzi inermi.

Quindi ricordo e pacificazione ma, a tentare di rinfocolare l'odio ci pensa un breve e disarticolato articolo, che appare su un foglio locale, firmato da un figlio di un partigiano comunista il quale tenta di gettare qualche goccia di benzina vecchia e con pochi ottani sul fuoco dell'odio, oramai spento a causa della fisiologica dipartita di quasi tutti gli assassini con il fazzoletto rosso.

Erano presenti anche degli eletti nelle Istituzioni, il Consigliere Regionale Angelo Vaccarezza che ha portato i saluti del Governatore della Liguria, Toti,  e la neo eletta Consigliera Comunale di Savona, Simona Saccone esponente della Associazione Fiamme Bianche, le loro parole non si sono richiamate al rancore, alla voglia di vendetta ma solo alla pacificazione senza tuttavia dimenticare. Dimenticare infatti, non porta giustizia e inaridisce le coscienze.

Roberto Nicolick


c.s.

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