ELEZIONI COMUNE DI ALBENGA
ELEZIONI COMUNE DI FINALE LIGURE
 / Attualità

Attualità | 27 luglio 2016, 17:30

Dai mancati utilizzi come area sportiva all'ipotesi di un'area per migranti: la storia del campo "Don Aragno" raccontata da un ex leginese

"Il campo è caro ai leginesi tutti. Forse proprio per questo, la proposta recente di edificare su di esso un centro di accoglienza profughi, è naufragata per l’interessamento dei residenti e di qualche personalità politica"

Veduta di Legino, quartiere di Savona

Veduta di Legino, quartiere di Savona

"Via Pietragrossa dalla piazza della chiesa di Legino si snoda verso nord, interseca l’arteria di gran scorrimento che collega il quartiere 167 con la zona del campo Bacigalupo prosegue ancora verso nord verso le colline e la Madonna del Monte, santuario degli sportivi savonesi. Una strada panoramica nell’ultima parte, una delle tante che collegavano la pianura con l’anfiteatro collinoso che cinge e limita buona parte di Oltreletimbro" scrive Luciano Pinna, ex-leginese, hockeista. 

"Appena fuori dalla piazza della chiesa lo spazio si apre su una vasta area sportiva cara ai vecchi leginesi quale io sono: il campo Don Aragno di proprietà della Curia dove giocarono le squadre della Raphael, Judax e Priamar. A est del campo ci sono i resti del vecchio cinema all’aperto: lì i ragazzi degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso passavano ore liete con filmetti di poche pretese. Poco oltre e adiacente al terreno di gioco fanno bella mostra di sé i campi di tennis del rinnovato circolo leginese di tennis".

Continua: "Il campo è invece divenuto da anni una povera cosa, sopraffatta dalla forza della natura che si è ripresa il terreno di gioco, ricoprendolo con cespugli, arbusti, tracce di sottobosco e macchia mediterranea. Nulla è rimasto delle tracciature del campo. Nessuno potrebbe immaginare la presenza sportiva di un tempo non fosse per la presenza dei pali delle porte, vane ed inutili".

"Il campo è caro ai leginesi tutti, ad onta del suo attuale stato. Forse proprio per questo. La proposta recente di edificare su di esso un centro di accoglienza profughi, un hub come si dice in linguaggio tecnico, è naufragata per l’interessamento dei residenti e di qualche personalità politica. Non voglio entrare nel merito della questione, registro solo il successo dell’azione popolare che ha indotto Prefettura e Comune a recedere dal proposito e andare alla ricerca di un nuovo sito".

"Per la seconda volta in pochi anni, la determinazione e la perseveranza del popolo di Legino ha avuto la meglio su progetti decisi dagli organi di governo. La prima è stata quando Comune e Curia si accordarono per trasformare il campo da calcio in superficie sintetica per l’hockey prato. Da oltre cinquant’anni si parla di edificare nel territorio savonese un impianto con i requisiti idonei alla pratica dell’hockey su prato. Sono stati trovati, censiti, verificati siti, pianificati progetti di costruzione, stanziati fondi. Per intoppi burocratici , inedia, incapacità personale e politica (indipendentemente dal colore politico del governo di città) volontà popolare nulla è stato fatto. Qualcosa si sta timidamente muovendo negli ultimi tempi ma solo dopo che il progetto “Don Aragno” è stato abbandonato in modo abbastanza singolare. In quel caso la sollevazione delle madri di Legino, preoccupate per dove i propri figli potessero andare a giocare ( i nostri figli e nipoti, dell’hockey, sono abituati da molti anni a giocare un po’ qui un po’ là, dove capita), la forza del Comitato di Quartiere, manovre politiche opache e inconcludenti hanno restituito alla cittadinanza tutta la selvaggia bellezza di un Don Aragno vivo e vitale seppur inutile, non utilizzabile dagli figli di nessuno".

"Piange il cuore però con la penuria di aree sportive che esiste in una terra già poca e sempre più edificata alla vista di tutti questi metri quadrati abbandonati a se stessi. Se l’ipotesi di realizzare un gran parcheggio estivo pubblico in loco come fatto sui campi di calcio di Spotorno e Finalborgo non trova riscontro nelle esigenze locali, si può pensare di erigere un nuovo complesso per il nuoto, i tuffi, magari per la discesa in canoa o altre attività sportive marittime nelle immediate vicinanze di quello che fu - stando ai mosaici trovati poco discosto - ai tempi dei Romani un importante centro portuale. Con buona pace dei bambini del quartiere, della Curia, del Comune, dell’hockey che nel frattempo sarà migrato in altri luoghi così come i profughi" conclude Luciano Pinna, ex-leginese, hockeista.

 

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di SavonaNews.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium