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Attualità | 18 settembre 2016, 16:00

No alle slot-machine nei bar?

La grave situazione dei fenomeni di azzardopatia in provincia di Savona. I dati del Sert

No alle slot-machine nei bar?

Il governo ha annunciato in questi giorni di avere avviato la stesura di un documento, insieme alle varie Regioni, che prevede una drastica riduzione delle slot-machine, le pericolose “macchinette mangiasoldi”, su tutto il territorio nazionale. Si parla di limitazioni a tabaccherie e bar e del totale divieto di installazione in quelli che vengono chiamati “esercizi generalisti secondari”: alberghi, edicole, stabilimenti balneari e rifugi alpini.

Ma com’è la situazione legata al rischio della cosiddetta “azzardopatia” (spesso erroneamente chiamata anche ludopatia) nella nostra provincia? Ne parliamo con il dott. Mauro Selis, psicologo del Sert (servizio tossicodipendenze) di Savona, che sta dedicando da diversi anni la propria carriera alle specifiche problematiche legate al cosiddetto “demone del gioco”.

Quali sono i rischi legati a questo proliferare di strutture dedicate al gioco e, a tal proposito, esistono delle statistiche sull'incidenza del problema in provincia di Savona?

"Per dirla con Platone: “Non è il gioco in sé a essere il male, ma è come e con cosa si gioca”. L’azzardopatia è una patologia perniciosa e recidivante, offrire nuove possibilità di entrare nei labirinti cognitivi del gioco d’azzardo con l’apertura di luoghi - come nuove sale slot - “pianifica” stimolazioni e occasioni ulteriori per attraversare le varie fasi verso la dipendenza. Da rammentare che è spesso una vincita a rafforzare il senso di onnipotenza e il pensiero “magico” che vincere è semplice, così la patologia può invadere e saturare i nuclei di fragilità interiori delle persone (secondo la teoria “vuoto-pieno”). Si passa attraverso vari step: da giocatore sociale (gioca sporadicamente ma controlla il gioco) secondo i dati ministeriali sono il 54% della popolazione italiana, a giocatore problematico (inizia a non avere totalmente il controllo) circa 2 milioni, infine patologico, circa 700mila, con la sua vita che viene deflorata da questi comportamenti, a questo punto il giocatore diventa bugiardo, tesissimo e irrequieto. Savona è una delle province più a rischio livello italiano con circa 1.400 euro di spesa pro capite (neonati compresi) rivolta ai giochi d’azzardo. Nel capoluogo sono installate più di 600 tra slot machine e videolottery in 150 esercizi commerciali. Il Sert dell’ASL 2 nelle tre sedi di Savona, Finale e Albenga, segue in maniera continuativa una sessantina di azzardopatici mentre in Via Crispi 22 a Savona, presso l’edificio dell’ ex 2° Circoscrizione (quartiere di Lavagnola) è attivo un gruppo (attualmente una trentina di persone) di auto mutuo aiuto gestito dall’Associazione Giocatori Anonimi rivolto anche alle famiglie. È una lotta dura in quanto è un dato di realtà incontrovertibile che i buoni propositi del giocatore patologico durino lo spazio di poche ore. L'indomani sarà nuovamente in pista, anzi in gioco, per ulteriori “puntate” di sofferenza interiore, alla ricerca spasmodica della “sensation seeking” ossia la tendenza ad accostarsi al rischio e alle esperienze eccitanti. Ogni “gambler” (giocatore d’azzardo) tende a nascondere e a minimizzare i comportamenti relativi al gioco patologico, questa tendenza cresce in maniera esponenziale in proporzione all’aumento di perdite di denaro e soprattutto si giustifica con alibi assolutamente irrazionali".

Ha ancora senso aprire locali di questo tipo, a fronte delle massicce sollecitazioni dei casinò on line, che offrono scommesse "a portata di click"? E c'è diversità tra i rischi di queste due tipologie di gioco, reale e virtuale?

"Il senso sta nel fatto che a livello economico esiste ancora il guadagno per chi apre locali di siffatto genere. La richiesta – purtroppo - è sempre ben nutrita, per cui l’offerta va ad inserirsi in questa fetta di mercato che può creare rilevanti problematiche. Il gioco d’azzardo patologico sia reale, sia virtuale, incide pesantemente almeno su tre assi della personalità dell’individuo. L’asse fisico, con alterazioni della condotta alimentare, cefalea, disturbi del sonno e sintomi fisici dell’ansia come tremori, sudorazione e palpitazioni. La componente psicologica, con l’ossessione per il gioco, aumento delle istanze impulsive e persecutorie, senso di onnipotenza e di colpa, presunzione egocentrica, nervosismo, ansia, alterazioni del tono dell’umore e dell’autostima, irritabilità, tendenza alla superstizione, distorsione della realtà con minimizzazione e enfatizzazione. Il piano sociale, con danni economici, morali, lavorativi, familiari, isolamento sociale e difficile gestione del denaro. La rete con i casinò on line e i suoi derivati (si possono trovare anche gratta e vinci virtuali ad esempio…) è frequentata maggiormente da scommettitori under 30, simil-nativi digitali, mentre il contatto fisico con gli strumenti di piacere del gioco d’azzardo è prerogativa di una popolazione più adulta. Dati che possono essere utili per comprendere che il fenomeno on line è ancora ristretto ricordiamo che il volume di gioco d’azzardo in Italia è di 88 miliardi (4% del PIL) di cui 46 miliardi per Slot e VideoLottery, 26 per lotto, lotterie nazionali e istantanee 16 miliardi per l’online".

Dottore, so che lei ha pubblicato recentemente anche un libro su questo tema. Ce ne vuole parlare?

"Nel Settembre 2015 ho avuto la sorte di essere stato scelto da una Casa Editrice completamente Free (Amarganta di Rieti) per pubblicare il libro “La posta in palio: l’azzardopatia tra letteratura e psicologia”, lavoro disponibile sia come ebook sulle principali piattaforme digitali (Amazon, Kobo), sia come cartaceo. Il saggio di 324 pagine tratta il gioco d’azzardo patologico da più punti di vista. Il Prof. Casarino (docente di Lettere al Liceo Classico di Mondovì), mio coautore, si è occupato della parte della storia della letteratura con una profonda analisi condotta su moltissime citazioni di importanti testi. Ha tracciato così l’evoluzione culturale del fenomeno: da Omero a Sebastiano Vassalli, passando per Dante, Casanova, Dickens, Dostoevskij, Roth, Auster e tanti altri, nel convincimento che il “sapere narrativo” dia sempre indicazioni preziose, spesso imprescindibili, per la comprensione di tutto ciò che è legato all’uomo. Il sottoscritto, invece, si è occupato della parte psicologica con il racconto romanzato di cinque casi clinici per permettere la focalizzazione di alcune “tipologie” di giocatore patologico (gambler), offrendo così una vasta panoramica di un mondo quanto mai composito, rappresentato da tutte le età e da tutte le classi sociali: l’azzardopatia, in potenza, non risparmia nessuno. Il testo, nei due capitoli finali, è arricchito da considerazioni e suggestioni di carattere musicali, dalla presentazione di un progetto particolare (nel saggio c’è un intero capitolo che commenta il testo del brano Aspettando Jackpot – video su you tube con Silvana Aliotta: voce e Marcello Capra: chitarra) all’analisi di canzoni con tematica il gioco d’azzardo: dal blues degli anni trenta al “Poker face” di Lady Gaga passando per The House of the Rising Sun e il Giocatore di Piero Ciampi. In conclusione l’appendice illustra un’esperienza ludica, realizzata per un evento seminariale. Il saggio è stato ben accolto sia a livello di vendite (siamo stati primi in classifica per un paio di settimane negli ebook di argomento psicologico) sia a livello di gradimento nelle presentazioni effettuate in questi mesi (Salone del Libro di Torino compreso). Speriamo che, alla fine tutto questo serva per sensibilizzare su questa problematica ancora sottovalutata. Se dell’eroina dicevamo “hai la scimmia sulla spalla”, dell’azzardopatico potremmo dire “sei con una bestia feroce dentro una gabbia”. Nel gambler i concetti di luogo, spazio e tempo si annullano in una sorta di trance compulsiva; non ha il senso del limite, deve elaborarlo in maniera più profonda e non può farlo se in ogni dove trova macchine che reificano la sua malattia o su ogni canale televisivo trova un costante bombardamento pubblicitario di siti di scommesse o di casinò! È una vera idiozia dire ad un azzardopatico “gioca responsabilmente” o “gioca il giusto”; è come dire ad un alcolista “qui c’è una bottiglia di vino ma bevi moderatamente”, ad un bulimico “ecco una bella tavola imbandita ma mangia con criterio” o estremizzando dire a qualcuno “datti fuoco ma sii prudente, annegati ma con cautela, buttati dalla finestra ma prima mettiti il maglioncino che fuori fa freddo!”.

Alberto Sgarlato

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