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Attualità | 01 ottobre 2016, 17:28

Campus di Savona: conseguite le prime lauree in Italia in Digital Humanities

Si tratta di una Laurea Magistrale che in modo trasversale abbraccia diversi dipartimenti, allo scopo di creare figure professionali in cui si fondano capacità tecniche di design e tecnologie della comunicazione e dell'informazione insieme a competenze sociali e umanistiche.

Campus di Savona: conseguite le prime lauree in Italia in Digital Humanities

Nel Campus universitario di Savona, alla presenza del magnifico rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci, e della sindaca di Savona, Ilaria Caprioglio, sono state conseguite le prime lauree in Italia in Digital Humanities-Comunicazione e Nuovi Media.

Si tratta infatti del nuovo corso di Laurea attivato dall’Ateneo e che ha concluso il primo ciclo, iniziato nel 2014. Sono quindi diventati Dottori in Digital Humanities con 110 e Lode Alice Corsi, Saverio Iacono e Sami Jaber.

Si tratta di una Laurea Magistrale che in modo trasversale abbraccia diversi dipartimenti, allo scopo di creare figure professionali in cui si fondano capacità tecniche di design e tecnologie della comunicazione e dell'informazione insieme a competenze sociali e umanistiche.

"Questi laureati sono pionieri del settore – ha dichiarato il Rettore Comanducci – l’Università ci tiene al vostro successo, perché siete il frutto di un nostro investimento e la vostra riuscita segnerà quella del nostro progetto”.

Infatti ne sono promotori, attraverso docenze multidisciplinari, la Scuola Politecnica con il Dibris (Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi) e quella di Scienze Sociali e di Scienze Umanistiche con i rispettivi dipartimenti, il Diraas (Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo), il Disfor (Scienze della Formazione) e il Dsa (Scienze per l'Architettura).

I tre neo dottori, che si sono esercitati nel 3 D Lab Factory del Campus, si sono laureati con tesi su argomenti innovativi.

Alice Corsi e Saverio Iacono hanno approfondito aspetti legati a video a 360 gradi immersivi, visori, game learning, e applicazioni wareable. In particolare studiando come la tecnologia viene usata e percepita dall’uomo, facendo esempi nei campi della realtà virtuale, dei visori e di tutte le tecnologie indossabili, che servono al potenziamento umano, ma che ancora sono poco diffuse.

Quello di Sami Jaber, invece, è stato uno studio preliminare nell’ambito del design di un’app per smartwatch, che serve ad aiutare le persone a indossare gli indumenti in base al meteo. Si tratta di uno studio solo in apparenza semplice, con una tecnologia in fase di evoluzione, che comprende il collegamento ad altri servizi, non solo al meteo, ma anche al calendario dello smartwatch, e alle aziende che producono i capi di abbigliamento.

Lo scopo, infatti, è quello di creare un data base in cui siano presenti i brand interessati a questa tecnologia, che possano inserire le caratteristiche degli abiti, come la capacità termica, il calore specifici, la leggerezza dei tessuti e tutto ciò che va considerato in base al meteo del luogo di destinazione. Si tratta di un’applicazione molto pratica di un caso specifico delle tecnologie.

Rg

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