Si è tenuta lo scorso 6 ottobre la commissione consiliare territorio e ambiente per parlare della formazione dell' Ambito Territoriale Ottimale Idrico Integrato.
La commissione è stata voluta e resa necessaria per la valutazione dell’adesione di Albenga a questa società consortile formata da Servizi Ambientali e Sca che gestirà il ciclo dell’acqua nell’ambito dell’Ato Savonese del Centro Ovest 3, cioè quello che va da Borgio Verezzi a Laigueglia.
Come ci aveva spiegato Alessandro Vignola, amministratore delegato di Ponente Acque, su tutto il comprensorio tra Laigueglia e Borgio Verezzi le uniche due società private sono la ILCE ad Albenga e la S. Lazzaro a Loano e, proprio ad Albenga, potrebbero sorgere i problemi consistenti relativi a tale adesione.
Il comune di Albenga, infatti, presenta un debito mai contestato nei confronti di ILCE che, nel 2009, ammontava a circa 8 milioni e 900 mila euro.
Afferma sul punto Camillo Enrile (ILCE) “Si tratta, come sappiamo, di un debito mai contestato negli ultimi 7 anni e se il comune deciderà di aderire a Ponente Acque dovranno comunque essere valutate delle soluzioni per coprire tale somma”.
Oltre alla considerevole somma che il comune di Albenga dovrà corrispondere a Ilce, inoltre, anche altre le problematiche che potranno sorgere.
Spiega Manlio Boscaglia “Diverse le questioni che sono state trattate durante la riunione del 6 ottobre nella quale abbiamo fissato un incontro con Ponente Acque per il prossimo 21 ottobre nel quale valuteremo in maniera più approfondita e dettagliata i modi e i tempi affinché l’Ato inizi a funzionare”.
“Di certo non sarà una cosa semplice, ricordiamo che pende sull’Ato di ponente un ricordo al Tar, che c’è la legge Madia che impone dei limiti e delle difficoltà, che la rete idrica necessita di interventi importanti e che non c’è una cartografia della rete e che il passaggio comporterà un aumento delle tariffe”
Aveva già spiegato Vignola “I problemi da affrontare saranno tanti e la società dovrà sostenere forti investimenti. Il solo adeguamento dell’impianto di depurazione costerà oltre 20 milioni oltre agli interventi agli impianti in molti casi datati e carenti. – inoltre spiega - Fino ad oggi i vari Comuni hanno fatto pagare una bollettazione eccessivamente esigua, a fronte però di un mancato aggiornamento della rete. Risultato? Oggi quasi nessun acquedotto cittadino è a norma. Dovremo fare un piano trentennale di riforma di tutti gli impianti e questo graverà sulle tasche della gente: oggi nel nostro comprensorio abbiamo dei costi medi inferiori a 1 euro al metro cubo, a fronte di una media nazionale tra 2 euro e 2,50. Quindi le tariffe dovranno più che raddoppiare”.