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Val Bormida | 23 ottobre 2016, 08:00

La buona cucina ligure-piemontese: dal 1906 l'Osteria del Castello in Cengio Alto

E' nata come Osteria frequentata dagli abitanti indigeni, diventando poi nel dopoguerra un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo

Foto dalla pagina Facebook "Osteria del Castello in Cengio Alto dal 1906"

Foto dalla pagina Facebook "Osteria del Castello in Cengio Alto dal 1906"

Nuovo viaggio alla scoperta delle antiche attività commerciali della Provincia di Savona. Oggi il nostro "treno immaginario" fa tappa a Cengio per conoscere l'Osteria del Castello di Cengio Alto.

Situata all'interno dell'omonimo borgo, sede un tempo del Comune di Cengio fino al 1910, l'Osteria è nata nel 1906 come trattoria frequentata dagli abitanti indigeni, diventando poi nel dopoguerra un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina. La storia e soprattutto l'atmosfera restano legati indissolubilmente al Castello del Carretto, un importante presidio militare risalente al 1200 d.c., atto al controllo del territorio costruito sulle rupi a strapiombo ben visibili percorrendo la strada provinciale tra Millesimo e Cengio. Della fortezza oggi rimangono solamente le cinte murarie e le rovine cariche di suggestioni legate a innumerevoli battaglie.

I primi riconoscimenti importanti risalgono agli anni 60 del secolo scorso da parte dell’Accademia della Cucina Italiana (i premi vinti sono oggi esposti sul palchetto storico nella sala principale). Le ricette rappresentano da sempre la terra che ospita l'Osteria, ovvero una zona di confine che viene riproposta sui fornelli puntando su un mix della migliore tradizione ligure e piemontese, raccogliendo da sempre gli apprezzamenti da parte dei clienti di ambedue le parti. 

Negli ultimi anni l’Osteria del Castello in collaborazione con L’Associazione Culturale Le Stelle e il Laboratorio Bio Liquori Origine, ha svolto un'accurata ricerca sulla cucina tradizionale delle Valli Bormida, raccogliendo più di 50 ricette tradizionali appartenenti alla tradizione orale, facendole diventare in seguito delle dispense a disposizione degli studenti iscritti ai corsi di cucina. 

Tra le peculiarità presenti nel menu, un posto d'onore è riservato ai sughi "pre boom" per le tagliatelle e i ravioli al plin. Il nome fa riferimento al periodo prima del boom economico e l’avvento della grande distribuzione di alimenti e bevande. E’ il sugo classico della cucina povera con fegatini e frattaglie e poco concentrato di pomodoro con una lunga cottura che ben rappresenta lo stile del locale. La visione "pre boom" è diventata una maniera simbolica per definire un'identità che nasce dal sapere popolare e dall’economia della cascina a ciclo chiuso.

 

Graziano De Valle

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