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Sanità | 18 dicembre 2016, 08:50

I perni in fibra per denti, cosa sono e come si usano

Innanzitutto tengo a chiarire che non si tratta di impianti

I perni in fibra per denti, cosa sono e come si usano

Cari lettori, forse vi sarà capitato di sentir parlare di “ricostruzioni dei denti con perni in fibra di quarzo o di carbonio”; ma cosa sono questi perni?

Innanzitutto tengo a chiarire che non si tratta di impianti: gli impianti sono “radici artificiali” che vengono inserite direttamente nell’osso per sostituire un dente mancante. I perni, invece, vengono inseriti nelle radici dei denti naturali, dopo averli devitalizzati, per collegare meglio la radice stessa alla porzione di dente che viene poi ricostruita. Questo consente, anche in caso di denti particolarmente “distrutti” dalla carie o da un trauma, di avere abbastanza tessuto solido per poter continuare ad usare quel dente. In molti casi (soprattutto nei denti posteriori) è comunque consigliabile proteggere il dente, così ricostruito, con un restauro protesico (ad esempio una corona in metallo-ceramica) per distribuire meglio il carico masticatorio e ridurre il rischio che, mordendo cose particolarmente dure, il dente possa fratturarsi.

 

I perni esistono da molto tempo ma, prima, venivano costruiti solo in materiali rigidi:

·         Lega di oro

·         Acciaio

·         Altri metalli “tipo ottone”

·         Titanio

 

Da una ventina di anni esistono invece dei perni costruiti in materiali più elastici:

·         Fibra di carbonio

·         Fibra di vetro

·         Fibra di quarzo

 

La grossa differenza tra le due “famiglie” è questa: i perni metallici vengono cementati nei canali ma, essendo più duri dei tessuti del dente, se sottoposti a carico, tendono a fare un “effetto cuneo” andando talvolta a fratturare il dente “a legno verde”; queste fratture non sono curabili e il dente va quindi estratto.

I perni in fibra hanno invece una elasticità simile a quella del dente naturale quindi, sotto carico, più difficilmente lo vanno a fratturare (semmai si decementano).

 

Altra differenza importante è che i perni metallici vengono, normalmente, fissati con cementi “tradizionali”, di utilizzo molto semplice. Quelli in fibra vengono invece “incollati” all’interno del dente stesso con una procedura un po’ più sofisticata, che richiede attenzione e scrupoloso rispetto dei protocolli operativi (ad esempio è importante usare la diga di gomma per non avere umidità nella zona di incollaggio, che avrebbe conseguenze negative sull’adesione dei materiali).

Facendo però le cose “per bene” si hanno risultati decisamente positivi e si riescono a recuperare anche denti molto compromessi.

Se vedete quindi il vostro dentista che impiega molto tempo a “ripulire” l’interno del dente prima di inserire un perno in fibra, controllando attentamente con i binocoli ingranditori (o, magari, col microscopio operatorio) sappiate che sta facendo il meglio per voi perché, per ottenere un buon “incollaggio”, è importantissimo avere superfici pulite e isolate dalla saliva (per questo serve la diga di gomma).

I perni in fibra di quarzo, inoltre, hanno il vantaggio di essere bianchi, per cui possono essere usati come “rinforzo” anche in denti del settore estetico, anche quando questi non vengono poi ricoperti da corone protesiche.

Nel mio studio usiamo perni in fibra (prima di carbonio, ora di quarzo) fin da quando sono usciti sul mercato e i dati raccolti nel tempo confermano una percentuale di successi decisamente elevata; si tratta però pur sempre di cure studiate per recuperare denti già molto compromessi e più le procedure sono complesse, più c’è rischio che qualcosa “vada storto”, quindi, come dico sempre (e lo ripeto anche in questo caso…) la cura migliore è “quella che non abbiamo bisogno di fare…”

Meglio quindi occuparci dei nostri denti prima che siano così distrutti da richiedere restauri complessi!

Buona settimana!

Attilio Venerucci

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