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Albenganese | 23 dicembre 2016, 09:00

Non solo Zona T1: viaggio tra gli "ecomostri" cerialesi (FOTO)

Il sindaco Fazio ci descrive i programmi di riqualificazione di alcuni edifici abbandonati: ex-Hotel Torelli, ex-Colonia Veronese e Palazzo Pesce

Non solo Zona T1: viaggio tra gli "ecomostri" cerialesi (FOTO)

In questi giorni è tornata alla ribalta delle cronache cerialesi la Zona T1, un’area edificata che da tempo giace in totale abbandono e che, per questo motivo, ha perso anche di appetibilità dal punto di vista commerciale (leggi QUI).

Purtroppo, però, la T1 non è certo l’unico “ecomostro” Cerialese. Ecco alcuni esempi:

Palazzo Pesce. In pieno centro cittadino, si affaccia per un lato sulla via Aurelia e per gli altri sul centro storico. Prende il nome dal suo precedente proprietario (fondatore della dolciaria ILBA, Industria Ligure Baci e Affini). Prima di trovare un nuovo proprietario, alcune aste effettuate negli ultimi 15 anni sono andate deserte: il palazzo, che fu inaugurato a maggio del 1960, non gode infatti di particolare interesse in campo edile in quanto era stato innalzato in violazione ad alcune leggi inerenti le costruzioni nei pressi dei luoghi di culto. In alcuni punti, infatti, il Palazzo Pesce è praticamente attaccato alla chiesa parrocchiale dei SS. Giovanni Battista ed Eugenio.

Hotel Torelli. Negli anni ’60 e ’70 era, insieme al Moresco (che si trova invece al capo opposto esatto del lungomare: il Torelli a Levante e il Moresco a Ponente), il più prestigioso albergo cerialese. La sua posizione tra la pineta e il castello di Borghetto, sul Capo S. Spirito, ne faceva letteralmente un unicum; all’epoca era considerato “chic” celebrare matrimoni e altri festeggiamenti nel suo ristorante di alta cucina a picco sul mare. Poi, il declino. In anni recenti i vani abbandonati del Torelli sono stati oggetto di frequenti polemiche in quanto vi trovavano rifugio tossicodipendenti e balordi di ogni tipo.

Colonia Veronese. Fino ai primi anni ’80, per via di una convenzione con la provincia di Verona, erano tantissimi i bambini del Nord-Est che trascorrevano l’intera estate a Ceriale. Ancora oggi numerose generazioni di veronesi si ricordano della Riviera Ligure grazie a questo accordo. Cessata la convenzione, la provincia di Verona non ha mai più utilizzato questa enorme struttura, che è rimasta in un limbo, senza padrone e senza futuro. Qui lo spreco è doppio: non solo, infatti, ci troviamo di fronte a grandi volumetrie a pochi passi dal mare che meriterebbero di essere recuperate, ma attorno a esse si trova un grande parco di rara bellezza, che avrebbe bisogno una valorizzazione adeguata.

Abbiamo chiesto al sindaco Ennio Fazio quali programmi di riqualificazione sono previsti:

“L’Hotel Torelli sarà raso al suolo e sarà riconvertito in appartamenti, come previsto dal piano casa, con due piani di box interrati, il tutto nell’ambito del progetto del porto. Sono attualmente in corso le trattative con il demanio marittimo per definire gli ultimi aspetti tecnici.

Per la ex-Colonia ho fatto una lettera ai sindaci di tutti i comuni del veronese chiedendo che si faccia qualcosa per una situazione di degrado che ormai è insostenibile. Da tempo è in atto un tentativo di alienazione, ma tutti i 92 comuni della provincia di Verona possiedono una percentuale della struttura e, come sempre avviene in questi casi, non è facile coordinare così tanti enti. So che la destinazione d’uso sarà per strutture ricettive, che comprenderanno anche il parco di gran pregio che si trova attorno al palazzo. Ma purtroppo si tratta di un intervento fuori dalle corde del Comune, in quanto non abbiamo voce in capitolo su una proprietà di un’altra provincia e di un’altra regione. Inoltre Ceriale non avrebbe certo in cassa i milioni di euro necessari a rilevare il tutto.

Palazzo Pesce, infine, è di una società di Milano privata che da anni sta cercando di fare approvare un progetto di trasferimento delle cubature in altre zone cerialesi. Là sorgerebbe una piazza che si allarga fino all’Aurelia e una palazzina che ospiterà nuovi uffici comunali, dal momento che l’attuale municipio ormai non basta più a colmare le nostre esigenze. Secondo me si tratta di un bel progetto, ma ancora privo di alcuni requisiti tecnici. Quando l’ufficio tecnico ci dirà che è approvabile, procederemo”.

Alberto Sgarlato

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