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Attualità | 04 febbraio 2017, 18:00

Tony Dallara ad Albenga: “Amo questa Liguria un po’ mia, così vicina a casa”

Intervista esclusiva di Savonanews al grande cantante che domani sarà ospite speciale a “Nel Blu dipinto di Blu”, al teatro Ambra

Tony Dallara ad Albenga: “Amo questa Liguria un po’ mia, così vicina a casa”

Come già annunciato su Savonanews, si terrà domani, domenica 5 febbraio, al teatro Ambra di Albenga il concerto “Nel Blu dipinto di Blu”, un’occasione per rivivere una simpatica, ma al tempo stesso emozionante, carrellata di classici della musica italiana legati al Festival di Sanremo.

Ma l’ospite speciale della band guidata dalla bella e brava Angela Vicidomini e completata dai validissimi Andrea Balestrieri, Alessio Briano, Artan Selishta e Max Matis, è Tony Dallara, che sicuramente metterà quel tocco speciale a un evento già di per sé eccellente.

Noi di Savonanews abbiamo contattato proprio Tony Dallara per un’intervista esclusiva, nella quale abbiamo parlato non soltanto della serata albenganese, ma della Riviera Ligure “a tutto tondo”.

E partiamo proprio da “Nel Blu dipinto di Blu”: quali aspettative e quante emozioni verso questa serata?

Risponde Tony Dallara: “Dopo tanti anni ormai sono abituato a fare queste cose, comunque è una cosa simpatica e sicuramente verrà una bella serata. Se sono emozionato? Come no! C’è sempre una forte emozione. Ogni teatro è una cosa nuova, ha la sua storia e le sue emozioni”.

Quando si parla di Riviera Ligure si pensa subito a Sanremo, però anche la provincia di Savona ha la sua vitalità…

“Sicuramente sì. Ci ho suonato spesso, ma ricordo in particolare di aver fatto anche una grande mostra di pittura anni fa; non solo una, a dir la verità: ho realizzato negli anni diverse mostre in diverse gallerie. In più una volta c’erano tanti locali di ottimo livello che facevano moltissima musica dal vivo, tutta una scena che purtroppo è andata perdendosi...”

Quanti ricordi, dietro queste serate?

“Sono sempre state serate simpatiche e soprattutto vere, qui in Liguria, come del resto anche all’estero (sono appena tornato da una tournée a Malta) trovo gente allegra e genuina tra il pubblico, come me. Io non sono il cantante impalato che fa il suo, immobile dietro al microfono, e se ne va: sul palco sono come nella vita: una persona sincera e diretta. In Liguria è sempre stata una bella esperienza, e poi mi sento a casa, perché non è lontano da dove vivo: posso suonare e, dopo un breve viaggio, rientrare a casa mia. Io non sono tipo da grandi alberghi, lussi, sfarzi. Mi piace tornare a casa dopo un concerto”.

Dalla Liguria all’Italia: com’è la scena musicale di oggi?

“Ormai di musica in Italia non se ne fa più; un tempo si andava all’estero gonfi di canzoni. Io sono stato il primo a portare gli anni ’60 nell’Italia e nel mondo, con “Come Prima”, fino a quel momento la musica italiana era fatta di quei personaggi melensi che cantavano la mamma, la casetta, con voci sdolcinate... Io ho sempre cantato con un mio modo personale, ho sempre interpretato il brano vivendolo, mettendoci del mio, mettendoci grinta. Lanciare una canzone nel mondo non vuol dire lanciarla e basta, vuol dire organizzare grandi tournée, portarla in giro a livello planetario, oggi manca tutta questa promozione. E mancano anche le voci inconfondibili: io ho conosciuto i più grandi cantanti, come il mio grande amico Aznavour. Se dici Aznavour dici Francia, se dici Dean Martin o Sinatra dici America… Oggi in Italia si vive di nostalgia, non si insegna più la personalità alle nuove leve, si creano interpreti tutti uguali, non si creano personaggi significativi che si impongano con la loro unicità nel mondo”.

Alberto Sgarlato

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