Al Direttore - 18 febbraio 2017, 10:00

Un anno di degenza in ospedale e 19 interventi, Carla ce l'ha fatta: "Mia figlia ora può continuare il suo cammino di vita"

A scrivere la commovente lettera di ringraziamento a tutti i medici e gli infermieri che hanno seguito Carla è stata la madre di 84 anni che in un momento della vita nel quale al limite pensava di dover essere accudita ha dovuto affrontare con coraggio la malattia della figlia.

Un anno di degenza in ospedale e 19 interventi, Carla ce l'ha fatta: "Mia figlia ora può continuare il suo cammino di vita"

Se i casi di malasanità, purtroppo, molto spesso fanno notizia, fortunatamente in Liguria esistono anche delle eccellenze e, sopratutto se ci si trova di fronte ad una storia con un lieto fine, raccontarle è ancora più bello.

Quale modo migliore per farlo, allora, se non attraverso le parole di una donna, una mamma di 84 anni che si è trovata per un lunghissimo anno a fare avanti e indietro dall'Ospedale Santa Corona per accudire la figlia.

Quando si supera una certa età, si immagina che sia arrivato il momento per essere seguiti dai figli, ma una mamma rimane una mamma anche a figli cresciuti e, purtroppo la signora Angela ha dovuto affrontare la malattia della figlia Carla che, in un solo anno ha subito ben 19 interventi chirurgici lottando quotidianamente per la sua vita.

Tutto questo seguita dai dottori e dal personale infermieristico dell'Ospedale al quale oggi vanno i ringraziamenti di Angela.

ECCO LE PAROLE DELLA SIGNORA ANGELA

Come si può esprimere gratitudine a 84 anni per aver visto rinascere la propria figlia di 64 anni? Provo a farlo, sento il dovere di farlo, perchè le belle notizie fanno pochi ascolti ma ci sono.

Mia figlia Carla il giorno 22 luglio del 2015 è stata ricoverata presso l’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure per una pancreatite acuta necrotica emorragica in un contesto clinico disperato, ed è stata dimessa esattamente un anno dopo il 22 luglio del 2016 dopo aver subito ben 19 interventi chirurgici in un alternarsi di speranza e pessimismo in cui mai però ha fatto breccia l’arrendevolezza, nemmeno nei momenti più critici e i 19 interventi son li a testimoniare come dura sia stata la sfida.

In questo lasso di tempo noi famigliari abbiamo avuto modo di confrontarci quotidianamente con la realtà sanitaria di alcuni reparti dell’ospedale: il reparto rianimazione diretto dal primario dott. Barabino e dal suo vice dott. Schiappacasse; il primo e secondo padiglione chirurgico diretti dal primario dott. Galleano e dal suo vice dott. Spirito. A loro, ai loro collaboratori , a tutto il personale infermieristico va il nostro incondizionato grazie per l’umanità, la professionalità e amorevolezza dimostrate. Un grazie particolare per la loro disponibilità a consultarsi con il Prof. Bassi del centro pancreatico di Verona da noi interpellato che pur declinando la possibilità di seguire il caso, a causa della complessità che esulava dalla specificità della sua specializzazione, si rendeva disponibile a dare indicazioni curative proprie della sua specialità nella figura del dott. Casetti. Anche al prof. Bassi e al dott Casetti va la nostra riconoscenza per il loro attivo interessamento.

E’ altresì doveroso un ringraziamento al personale della casa di cura “La Presentazione” di Loano e ai coordinatori e al personale infermieristico e fisioterapico del servizio domiciliare dell’ASL albenganese di via Trieste.

A tutti quelli che ho incontrato in questo anno di quotidiana presenza chiedo scusa se occasionalmente mi può essere capitato d’essere ingombrante, ma l’amore verso i figli da’ energie e coraggio impensabili.

Da ultimo ringrazio il Signore Dio che l’ha protetta e tutti gli amici che han pregato per lei e si son prodigati a far si che Carla ora possa continuare il suo cammino di vita.

Ho scritto questo breve pensiero io in prima persona, ma chiaramente a me si uniscono mia figlia Carla e suo marito Giacomo.

mamma Angela.

Mara Cacace

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