"Agricoltori contro associazioni agricole sul PUC" Franco Stalla fa il punto su Albenga

Preoccupazione per uno dei settori economicamente più importanti della piana di Albenga: il settore agricolo.

Sebbene le aziende ingaune, pare che abbiano retto i duri colpi inflitti da alluvioni, mancati risarcimenti, crisi economica, ancora circa mille aziende sono vive e attive sul territorio, ma i timori risiedono nel PUC.

Approvato non senza qualche parele contrario, ricordiamo ad esempio l'uscita dal consiglio comunale di Francesco Di Lieto rappresentante del Movimento 5 Stelle, ad opporsi a questo piano, da sempre i comitati territoriali che puntano alla salvaguardia del territorio e del suolo.

A fare il punto è Franco Stalla Presidente del Comitato Territoriale che afferma "La fotografia dell'agricoltura ligure è drammatica: il numero di aziende attive si è drasticamente ridotto (nel 2000 dal censimento Istat risultavano 37.340 aziende, nel 2016 fonte Unioncamere Liguria sono scese a 9.748), soprattutto nella realtà sanremese culla della floricoltura, a causa di scelte urbanistiche e fiscali, che hanno costretto alla chiusura le imprese.Al contrario la realtà albenganese (circa 1000 aziende, tuttora attive) , non solo non ha perso aziende, ma malgrado la grave crisi ha aumentato l'offerta di lavoro subordinato. I suoi numeri la rendono la capitale ligure dell'agricoltura specializzata contribuendo in modo significativo all'export regionale."

Un quadro positivo che, però, rischia di essere compromesso "Come può continuare ad essere fonte di ricchezza e di occupazione se le viene a mancare lo strumento principale per crearla.....la terra!!!"

Spiega Stalla "E' con stupore che apprendiamo dalle associazioni agricole la condivisione con l'amministrazione delle scelte del nuovo PUC. Ci risulta , invece, che numerosi agricoltori non la pensino allo stesso modo dei propri dirigenti e funzionari."

Agricoltori contro le associazioni che li rappresentano, dunque, secondo Stalla "Gli agricoltori hanno capito che all'interno dei numerosi distretti edificabili, non potranno più svolgere completamente la loro attività di impresa, sia dal punto di vista urbanistico, ma soprattutto dal punto di vista fiscale a tal punto da renderli non competitivi con altre realtà produttive. Questa pianificazione urbanistica condannerà alla chiusura molte aziende, con l'inevitabile perdita di lavoro e benessere per la città"