Sanità - 19 febbraio 2017, 09:52

Conosciamoli per non averne paura, conosciamoli per non aver paura (4^ puntata)

Questa settimana parliamo di uno strumento che è stato inventato da un dentista di Genova e che viene prodotto (nella sua versione originale) nel levante genovese (a Carasco, entroterra di Chiavari) ed esportato in tutto il mondo: il Piezosurgery

Conosciamoli per non averne paura, conosciamoli per non aver paura (4^ puntata)

Cari Lettori, torniamo alla nostra “carrellata” sugli strumenti del dentista, sempre per conoscerli e capire, quando vengono usati, cosa il dentista ci stia facendo…

Questa settimana parliamo di uno strumento che è stato inventato da un dentista di Genova e che viene prodotto (nella sua versione originale) nel levante genovese (a Carasco, entroterra di Chiavari) ed esportato in tutto il mondo: il Piezosurgery.

Si tratta di un manipolo a ultrasuoni (simile a quello che avrete certamente provato per la rimozione del tartaro) ma dotato di diversi settaggi, di particolari frequenze e potenza regolabile. Questo, pur trattandosi di uno strumento in cui “le punte non girano” ma vibrano, lo rende capace di agire sull’osso.

 

Grazie a queste regolazioni e a particolari punte, questo strumento è in grado di:

  • Inserirsi, montando una punta “a scalpello”, tra osso e radice dei denti, semplificando estrazioni di denti altrimenti più complesse
  • Modificare, montando punte “a cucchiaio”, la forma dell’osso di sostegno dei denti, per regolarizzarla, sempre in maniera molto delicata e consentirci di fare terapie parodontali estremamente precise.
  • Incidere/tagliare l’osso (grazie a punte “a microsega”) nelle procedure di rigenerazione con tecnica “split crest”, per aumentare i nostri volumi ossei e permetterci di inserire impianti anche in zone in cui “non ci starebbero”
  • “Bucare” l’osso per posizionare impianti senza usare punte rotanti, consentendoci di agire con estremo controllo e grandissima precisione.
  • Separare dall’osso la membrana che riveste il seno mascellare, per incrementare il nostro “osso utile” in maniera delicata e controllata.

 

Naturalmente, agendo in zona chirurgica, le punte non vengono raffreddate con la “normale” acqua “del rubinetto” bensì con una apposita alimentazione separata che “pompa” nel manipolo soluzione fisiologica sterile.

 

Anche su questo strumento il movimento è dato da un “trasduttore ultrasonico piezoelettrico”, cioè un materiale che trasforma l’energia ricevuta in vibrazioni, che vengono poi trasmesse alla punta. La caratteristica che lo rende molto sicuro è che agisce bene a carico dei tessuti duri (l’osso) ma non danneggia i tessuti molli, per cui anche se viene accidentalmente a contatto con strutture anatomiche delicate come, ad esempio, i vasi e i nervi, non li taglia!

 

Come il suo “fratello minore” utilizzato per la rimozione del tartaro, si tratta di uno strumento estremamente versatile, preciso e delicato. Anche lui lascia ampia visibilità del campo in cui lavoriamo ed è adattissimo per essere utilizzato con il microscopio operatorio.

 

Nel nostro studio lo utilizziamo dal 2003 e ci ha risolto diverse situazioni difficili, ad esempio in alcune estrazioni di denti del giudizio di difficile accesso, in cui intervenire con punte rotanti avrebbe comportato maggiori rischi e maggiore stress per dentista e paziente…

 

Buona settimana a tutti!

 

Attilio Venerucci

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