Agricoltura - 23 febbraio 2017, 07:22

A Finale Ligure la Coldiretti fa il punto sul Piano di Sviluppo Rurale

Nel corso dell’incontro si è parlato anche di novità fiscali, di lavoro occasionale e di servizi del patronato EPACA

A Finale Ligure la Coldiretti fa il punto sul Piano di Sviluppo Rurale

Si è svolto ieri pomeriggio, 22 febbraio, a Finalborgo, un incontro organizzato dalla Coldiretti per informare gli associati della zona sulle novità di carattere burocratico e fiscale recentemente introdotte a livello regionale ed europeo. L’appuntamento si inserisce in un ciclo di convegni organizzati recentemente da questa associazione di categoria ad Albenga, Cairo Montenotte, Savona e, appunto, Finale Ligure.

A fare la “parte del leone” nel dibattito è certamente il PSR, o Piano di Sviluppo Rurale, ma attorno ad esso i vari funzionari di Coldiretti hanno offerto una interessante “carrellata” su tante altre normative.

A fare gli onori di casa è il presidente di comprensorio Michele Lanuara, che spiega: “Non dovete vedere Coldiretti come un semplice ufficio di commercialisti o di consulenze; noi portiamo per mano gli agricoltori in tutti i loro progetti”. Sul PSR, Lanuara porta la sua personale testimonianza: “Può essere una grande opportunità. Vent’anni fa ho usufruito di questi fondi perché avevo un progetto chiaro in testa, ho realizzato un’azienda con 3000 metri di ruscus che lavora bene ancora oggi. Ma ricordate: se volete accedere al PSR dovete presentare un progetto vero e sensato, altrimenti non avrà prospettive”.

La parola passa a Simone Moroni, direttore di Coldiretti Savona: “Vorremmo che questo incontro fosse l’occasione non solo per presentarvi un aggiornamento tecnico, ma anche per sentire le vostre riflessioni: ci interessa più creare interazione che effettuare una relazione”.

Dopodiché, Moroni, precisando che quello di oggi sul PSR sarà un tavolo tecnico e non politico, manifesta comunque qualche perplessità: “Le risorse economiche ci sono, ma non è facile ottenerle”.

Flavio Manero offre una panoramica sulle novità fiscali introdotte con la legge di Stabilità 2017 e con i decreti a essa collegati. Si parla di affrancamento dei terreni edificabili: in pratica un tempo, in caso di vendita, si applicava la plusvalenza tra il valore di acquisto del terreno e quello di realizzo. In particolar modo, se il terreno era passato da non edificabile a edificabile, la manovra era vista come altamente speculativa e l’imposta sulla plusvalenza partiva da un minimo del 23% (quasi un quarto del valore). Oggi è possibile fermare il valore del terreno al prezzo di realizzo al 1° gennaio 2017. Ciò restringe sensibilmente la ‘forbice’ e inoltre l’imposta passa all’8% pagabile in tre rate fino al 2019. Un tangibile risparmio per il venditore.

Si parla poi di dichiarazione IVA: oggi non è più previsto l’Unico (che radunava dichiarazioni di redditi e IVA) ma da quest’anno, com’era un tempo, le due dichiarazioni sono separate. Inoltre, fino all’anno scorso, chi chiedeva rimborsi IVA superiori ai 15mila euro doveva presentare una fidejussione (che ha dei costi). Oggi questa soglia è stata alzata a 30mila euro.

Entro aprile le aziende dovranno presentare l’elenco dei clienti e fornitori: il 2016 è l’ultimo anno, mentre per il 2017 si passerà a dichiarazioni trimestrali di tutte le operazioni attive e passive con i dati delle fatture emesse e ricevute (se registrate). Poiché si tratta della prima applicazione di questa nuova formula, per semplificare l’utenza solo per quest’anno i trimestri sono stati accorpati a due a due, trasformandoli in due semestri.

Dal 2017 è stata cancellata l’IRAP agricola (tranne quella al 3,9% per gli agriturismi e i prestatori di servizi), mentre Flavio Manero ha offerto anche un chiaro quadro delle procedure dette di “rottamazione delle cartelle esattoriali”.

Si passa poi al PSR con Pier Luca Aicardi: si è appena conclusa la prima fase di apertura del bando 4.1 e di quello 6.1 per i giovani agricoltori (fino al 41° anno di età). Le maggiori problematiche sono emerse con l’introduzione della nuova Tabella di Produzione Standard: fino al 2013 il conteggio avveniva su giornate lavorative, secondo una proporzione tra superficie e tempo (in giornate), mentre oggi la proporzione è tra la superficie e il valore (stimato in base al reddito lordo della coltura). E qui emergono le prime difficoltà: solo per fare un esempio, secondo l’Unione Europea l’olivo ha una produzione standard stimata in 2460 euro per ettaro. Questo significa che per rientrare nei parametri richiesti dal PSR bisognerebbe disporre di almeno 57mila metri coltivati a ulivi, cifre impensabili per la nostra “piccola” Liguria. A venire in soccorso, gli ulivi sono stati differenziati in tre categorie: oliveto normale, oliveto DOP e oliveto per olive da mensa, con valori di produttività standard più alti per le ultime due categorie.

Altra novità complessa è l’introduzione di un punteggio che prevede un minimo di 16 punti, al di sotto dei quali non si può presentare domanda. In base a quali fattori sono calcolati i punti? Molteplici: dall’età del richiedente, al rispetto ambientale del progetto, alla riduzione del consumo energetico, alle zone in cui è richiesto, etc. 16 punti sono un valore raggiungibile, ma non facile da ottenere, considerando che ovviamente vengono privilegiati i progetti con il punteggio più alto.

Commenta il direttore di Coldiretti Savona, Simone Moroni: “Riteniamo che le maglie per erogare i finanziamenti siano ancora troppo strette e per questo è in corso un dialogo con i tavoli politici al fine di ottenere una revisione”.

Alessandra Draghi, neo-insediata come direttore del patronato EPACA (a sostituire Giovanni Santin, da poco in pensione), ha presentato diverse misure di interesse previdenziale, tra cui l’aumento della cosiddetta “quattordicesima” per i pensionati con pensione bassa e oltre 64 anni di età e l’abolizione della penalizzazione prevista dalla riforma Monti-Fornero.

Dal 2019 la pensione sarà per tutti (uomini e donne), al compimento dei 67 anni di età, ma Draghi ha illustrato alcuni casi particolari, come la “quota 41” per chi ha almeno un anno di lavoro prima dei 19 anni di età e rientra in alcune categorie particolari (disoccupati, invalidi, con persone portatrici di handicap a carico), oppure la “opzione donna”.

Inoltre è stato introdotto l’Anticipo Finanziario Garanzia Pensionistica (APE), di due tipi: APE Volontario, che comporta la restituzione del prestito, e APE sociale (senza restituzione). Nel chiudere con una rassegna dei molti servizi offerti da EPACA, Alessandra Draghi ha posto l’accento sull’importanza delle richieste di indennizzo per problemi di salute in caso di malattie di origine professionale. Entro il 31 marzo 2017, infine, scadono i termini per la disoccupazione agricola.

L’incontro è stato chiuso da Federico Vigliani che ha analizzato le varie tipologie di lavoro occasionale: il coinvolgimento di parenti e affini fino al quarto grado, che deve essere a titolo gratuito (contemplato solo un rimborso spese) e solo in condizioni di particolare criticità; a tal proposito, Vigliani ha precisato che il convivente non è riconosciuto in alcun grado di parentela e che gli occasionali, in virtù di una possibile inesperienza, non devono essere coinvolti in lavori particolarmente pesanti o pericolosi, specialmente se anziani.

Oltre a questo sono state prese in esame le prestazioni regolate da voucher, sulle quali sono state recentemente introdotte parecchie limitazioni, e lo scambio di manodopera tra aziende agricole, anch’esso regolato da normative ben precise.

Alberto Sgarlato

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