Introduzione del “pasto domestico” a scuola. Durante il Consiglio Regionale di ieri, Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha presentato un’interrogazione in cui ha chiesto alla giunta di rivedere le “Indicazioni per il pasto portato da casa” , emanate dalla Regione nel novembre scorso, e di prevedere operatori esterni incaricati dalle ASL. Il documento regionale – ha spiegato il consigliere – fornisce indicazioni per prevenire problematiche igienico-sanitarie legate all’introduzione del pasto domestico a scuola, tuttavia queste indicazioni «attenuano le prescrizioni, a suo tempo elaborate dal Comune, relative al divieto di introdurre nei locali adibiti a refettorio alimenti e bevande diversi da quelli forniti dalle aziende del servizio ristorazione e, appellandosi all’autonomia scolastica, il documento affida alla dirigenza scolastica le decisioni sul tema assegnando all’istituto oneri e responsabilità impropri, equiparabili a quelli attribuiti all’ente locale, che appalta i servizi di ristorazione, e alla ditta di ristorazione che gestisce il servizio mensa».
Per la giunta ha risposto l’assessore alla sanità Sonia Viale. Viale ha confermato che spetta al dirigente scolastico concedere o meno la possibilità di consumare il pasto confezionato a casa nella scuola. «Le asl – ha aggiunto – hanno sostenuto una funzione di coordinamento» fra le diverse figure coinvolte e «promosso indicazioni di ausilio e di riferimento sui controlli da effettuare», rivolgendosi non solo alle direzioni scolastiche ma anche ai genitori attraverso una specifica nota. L’assessore ha precisato che la responsabilità della qualità igienico-sanitaria della verifica del valore nutritivo dei pasti domestici è anche da attribuire ai genitori mentre i dirigenti scolastici devono fornire adeguate indicazioni alle famiglie.