Al Direttore - 22 marzo 2017, 09:00

Una disavventura nella casa del Todocco

Ognuna inseriva un frammento di senso che gli spiegava meglio il suo stato ma non serviva minimamente a tirarlo fuori dalla buca in cui era finito...

Una disavventura nella casa del Todocco

Si era imprigionato da solo nel bozzolo del racconto portoghese. Il cemento stava asciugando in fretta. Lui si era accorto al risveglio di essere sprofondato fino alla cintola nella massa liquida e come si muoveva per uscirne scivolava ancora di più verso il fondo. Da solo non poteva uscire dal bozzolo.

Il filo del racconto era molto esile, soprattutto nel rapporto con gli altri e le parole vivaci che si erano aggiunte nelle righe immobili, avevano peggiorato la situazione. Avevano finito per riempire il foglio, come protette nella moltitudine e al sicuro nella massa allineata, riga dopo riga ognuna porta il suo minimo pezzo di realtà e il suo peso lo faceva sprofondare sempre di più nel cemento molle.

Ognuna inseriva un frammento di senso che gli spiegava meglio il suo stato ma non serviva minimamente a tirarlo fuori dalla buca in cui era finito.

Il senso e la direzione del cammino verso un tempo in continuo divenire del racconto portoghese, nella buona fede del suo autore, lo avevano fatto cadere nella trappola  che volontariamente si espone all’esame perpetuo, alla trasformazione dei tempi e all’interpretazione mutevole della storia e del senso…

(nei secoli dei secoli?) Anche le istantanee che aveva scattato con il suo telefonino venivano tradotte in parole che si pietrifica sulla pagina, attimi di vita scheggiata, vocaboli di vecchi libri portoghesi con la sorpresa del reperto, un’archeologia del passato di verdura inscatolato nella pagina lusitana, ricca di reperti umani e di brandelli di carne persi nel tempo, immagini abbozzate e appese nella luce gentile del sogno, dialoghi esplicati in forma barocca, pieni di vita imbalsamata… quelle parole messe fuori testo cadono a terra sfrigolando come petardi abbandonati alla forza di gravità… sul pavimento della sua casa in collina, al Todocco.

                                                                    Bruno Chiarlone Debenedetti

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