Curiosità - 27 marzo 2017, 12:45

La storia di Maria Viglietti e i furti che subì dai "patrioti" nel 1945

La storia di Maria Viglietti e i furti che subì dai "patrioti"  nel 1945

Quando i poliziotti ausiliari partigiani, che amavano definirsi “patrioti”, effettuavano quelle che chiamavano "perquisizioni", le facevano con scrupolo e in modo approfondito. Lo può dire con sicurezza la Signora Maria Viglietti, residente a Savona in Via XX settebre 11/5, la quale è vedova di uno dei componenti la colonna Repubblichina in ritirata da Savona il 25 aprile 1945 e caduto durante degli scontri a fuoco con forze partigiane a Cadibona.

La povera donna racconta di diverse visite compiute da questi personaggi, sempre armati e molto efficienti nell'appropriarsi di valori, ecco quello che accadde alla povera signora, come si evince da una sua denuncia alla Procura, al Questore e al Comando Alleato in Savona:

Prima perquisizione in data 27 aprile 1945, alle 20, arrivano quattro sedicenti patrioti, che dopo averla minacciata di morte , portano via : le fedi nuziali, un anello in oro, un brillante, un anello con madonnina in oro, un paio di orecchini d'oro, un altro paio di orecchini in oro con pietra turchese, pochi spiccioli e visto che c'erano anche tre coperte di lana, un copripiedi, due scampoli di stoffa, calze, scarpe da uomo , stivali in gomma, fazzoletti, asciugamani, saponetta, olio, due bottiglie di amaro, un abito, un cappotto e un soprabito da uomo oltre a camicie, corpetti e mutande. La povera donna non fiata e non oppone resistenza.

A questo punto la voce si sparge: altra visita il 7 maggio, questa volta, di cinque persone, sempre armati che arrivano in assenza della Maria Viglietti e forzano la porta con arnesi da scasso che poi lasciano sul pianerottolo, in questa occasione spariscono : una coperta in lana, scarpe da donna, calze, asciugamani, biancheria personale, addirittura una penna stilo, un soprabito femminile, vestiti vari, e infine un libretto di navigazione.

Forse i briganti sono soddisfatti?? No! Il 9 maggio, all'alba, altra vista di un “patriota” con un bel cappello da alpino che anch'egli , tanto per non sbagliarsi forzò la porta e fece il suo ingresso, rimanendo deluso perchè oramai non c'era più nulla da rubare. Già dopo la prima intrusione Maria Viglietti non abita più in quella casa, disperata per i furti, le minacce e per quello che potrebbe accaderle in seguito non fa più ritorno in quella casa e decide di afre denuncia nella speranza di recuperare le sue cose e l'uso della propria abitazione.

 

Roberto Nicolick

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