La dolce storia di Micol, che per Pasqua ha decorato via Bolla a Finale Ligure

Micol è la classica ragazza buona d’animo, dolcissima e benvoluta da tutti. Nonostante abbia dovuto subire dei gravi problemi di carattere medico, nella primissima infanzia, che le hanno lasciato delle conseguenze nelle proprie abilità, Micol ha comunque sviluppato uno spiccato talento artistico.

E lo sanno bene tutti i commercianti di via Bolla a Finale, dove la ragazza si serve abitualmente, comprando carta, cartoncini colorati e altri attrezzi per i suoi lavori manuali. Così, con l’avvicinarsi delle festività pasquali, proprio gli esercenti le hanno chiesto se si sentiva di fare le decorazioni per tutta la strada. Dopo un attimo di esitazione, dovuta al timore di non soddisfare le aspettative, la ragazza ha accettato. E ora via Bolla è splendidamente decorata con sagome cartonate che raffigurano uova e farfalle.

Ci racconta Roberta Scalvenzi, titolare della cartoleria “U Cartà”, che si è fatta promotrice della vicenda: “La domenica pomeriggio la dedico sempre a Micol. Il negozio è chiuso, Micol è libera dai suoi impegni e facciamo tanti bellissimi lavoretti insieme. Ne ho parlato con tutti i commercianti e abbiamo così pensato di realizzare questa iniziativa per il bene di tutto il quartiere, che potesse rappresentare una possibilità di fare qualcosa che al tempo stesso desse la meritata visibilità a lei e che andasse a beneficio di tutta la comunità, con un arricchimento di una zona cittadina”.

Prosegue Roberta Scalvenzi: “Vengo dalla provincia di Milano, dove ho lavorato tanto nel volontariato e con le disabilità, e vedo che qui in Liguria un cammino di integrazione e solidarietà sarà ancora molto lungo da fare. Detto questo, il nostro quartiere rappresenta un po’ un’oasi felice, nella quale Micol è conosciuta e benvoluta da tutti”. E conclude la titolare di “U Cartà”: “Il lavoro è stato apprezzato da tutti e per noi il regalo più grande è che lei è felice per ciò che ha realizzato”.

Grande commozione è espressa anche dalla mamma di Micol, Gabriella Tripepi: “Questa è l’integrazione come vorrei che fosse, dove la ragazza può mostrare le proprie attitudini e peculiarità. E la cosa per me più importante in questo caso è l’unanimità: tutti i commercianti hanno detto sì”.

Continua Gabriella: “Micol conosce tutti nel quartiere e ha preso molto seriamente questo incarico: ogni persona per lei rappresenta qualcosa nella sua vita, quindi lei ha studiato forme e colori da assegnare ai vari negozi in base a quello che le comunicavano”.

Ma Gabriella Tripepi sottolinea come purtroppo, per Micol, la vita non sia sempre facile: “Nonostante una vita travagliata, dovuta a una sequenza di gravi errori medici, Micol è una ragazza combattiva. Ha una ‘borsa di socializzazione’ che però non riesce a spendere perché purtroppo in tanti contesti oggi un diversamente abile è visto come un impiccio e questo è sbagliato. Vedo che l’integrazione nei nostri luoghi è ancora lontana, come mia figlia ci sono tanti ‘invisibili’. Ma quando può emergere la parte creativa, come in questo caso, finalmente queste persone possono tornare a essere visibili, dimostrare di esserci e di valere”.

Conclude la mamma di Micol: “La richiesta dei commercianti, che ci ha fatto tantissimo piacere, è la dimostrazione di aver visto in lei una capacità, un bel riconoscimento per noi genitori, che siamo convinti che ha qualcosa da dire. E la vera integrazione deve partire da questo: dare, ma anche ricevere, creare un vero interscambio e valorizzare le peculiarità di ogni individuo”.